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Le origini dello streetwear e la storia del suo visionario fondatore: Willi Smith

Oggi lo streetwear è uno degli stili più famosi e iconici della moda, capace di passare dalle passerelle ai look urbani e metropolitani di tutti i giorni

uomo di spalle

Oggi lo streetwear è uno degli stili più famosi e iconici della moda, capace di passare dalle passerelle ai look urbani e metropolitani di tutti i giorni. I capi d’abbigliamento streetwear sono presenti ovunque: nei negozi di moda fisici e negli e-commerce, tra i quali si distinguono siti specializzati come Urban Jungle che vendono esclusivamente collezioni streetwear.

Ma chi è stato il padre fondatore di questo stile? Benché sia stata contaminato nel corso degli anni da diversi stili, quindi potrebbe avere diversi padri, c’è in realtà un uomo che ha ricoperto un ruolo decisivo nella nascita dello streetwear: Willi Smith.

Il designer afro-americano morì nel 1987, l’anno in cui il suo brand WilliWear aveva raggiunto il massimo splendore con un fatturato annuo di 25 milioni di dollari. Con le sue idee illuminate e visionarie ha anticipato i tempi e solo dopo oltre 30 anni dalla sua morte la moda sta riscoprendo il suo talento.

La biografia di Willi Smith

Willi Smith nacque a Philadelphia nel 1948 e studiò illustrazione al Philadelphia Museum College of Art. Mostrò subito un profondo interesse per l’arte e si avvicinò al mondo della moda nel 1965 grazie alla nonna, Gladys, che lavorava come governante presso una famiglia amica di Arnold Scaasi, famoso couturier canadese che vestì molte first lady americane.

Studiò alla Parsons School of Design, dove però fu cacciato per una relazione avuta con uno studente, e qualche anno dopo iniziò a lavorare per Digits, un brand di sportswear di cui divenne direttore creativo nel 1969. Nel 1976 si mise in proprio e fondò il marchio WilliWear Limited.

I principi e lo stile WilliWear

Lo stile WilliWear si contraddistinse subito per il look molto originale, capace di abbinare i tratti tipici dell’abbigliamento sportivo con quelli più raffinati di alta sartoria. Smith riteneva che i suoi capi non dovessero essere “ingabbiati” nelle passerelle di moda, ma uscire nelle strade per vestire le persone normali, il popolo.

Non è certo un caso che lo stile WilliWear trovò la sua massima espressione con l’esplosione della pop art tra gli anni ’70 e ’80. Anticipando la moda di diversi decenni, Smith fu tra i primi a produrre capi comodi e genderfluid, con prezzi accessibili per tutte le tasche.

Willi Smith fu anche pioniere della moda ecosostenibile poiché negli anni ’70, quando ci fu il boom delle fibre, lui preferì utilizzare fibre naturali importate principalmente dall’India. Al di là dell’aspetto green, Smith optò per le fibre naturali anche perché cadevano meglio e con più naturalezza sul corpo, garantendo il massimo comfort e libertà nei movimenti.

Smith prima che uno stilista era un artista e, grazie alla sua prospettiva visionaria, capì che la moda doveva sposarsi con le arti visive per amplificare ulteriormente i suoi messaggi. Fu così che Smith girò addirittura un film, Expedition, nella natura selvaggia del Senegal per presentare la sua collezione primavera ’86, dove i protagonisti erano ballerini locali che si esibivano in sgargianti abiti colorati.

Sempre negli anni ’80 Smith realizzò le prime T-shirt con opere d’arte serigrafate e collaborò con grandi personaggi del teatro e del cinema, da Spike Lee a Diane McIntyre.

Il riconoscimento a Willi Smith nel 2020

Pur essendo stato un pioniere della moda, il nome di Willi Smith è caduto per anni nell’oblio, fino al 2020. In quell’anno infatti il Copper Hewitt Smithsonian Design Museum di New York presentò la mostra “Will Smith: Street Couture” per ripercorrere la straordinaria carriera del designer.

La mostra si è conclusa nell’ottobre del 2021, ma molti dei contenuti sono disponibili online. Un omaggio postumo ad un pioniere della moda: meglio tardi che mai!

Redazione
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Pubblicato il 30 Settembre 2022
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