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I soldati di Legnano nella Grande Guerra, seconda parte

Giancarlo Restelli e Renata Pasquetto ricordano il contributo di soldati e ufficiali legnanesi nel conflitto...

I soldati di Legnano nella Grande Guerra – seconda parte (qui la prima parte)


I PRIGIONIERI DI GUERRA

Altro capitolo sono i nostri concittadini prigionieri di guerra in Austria. Anche qui il dato impressiona: ben 167 legnanesi conobbero la prigionia al di là delle Alpi. Erano quasi tutti giovanissimi: la metà oscillava dai 20 ai 24 anni e appartenevano quasi tutti alla fanteria. Pochissimi i graduati, tutti o quasi erano soldati semplici.

Furono fatti prigionieri prevalentemente nel ’16 e nel ’17 al tempo delle “spallate” di cadorniana memoria che in genere si concludevano con pochi acquisti territoriali, tanti morti, feriti e dispersi e appunto prigionieri. Molti di loro furono tra i 300mila prigionieri dopo il disastro di Caporetto.

Ventotto legnanesi morirono in prigionia in Austria. Nelle località di internamento dei nostri militari ricorre più volte Mauthausen (una trentina di volte), la stessa località vicina a Linz dove poi i nazisti fecero sorgere dal 1938 uno dei KZ più famigerati.

Anche in questo caso i documenti del Comune ci permettono di recuperare i nomi e il loro percorso individuale dalla cattura al campo di prigionia.

https://drive.google.com/file/d/0B2oiTbuM9ihjUFR3TENDUFoyQXM/view?usp=sharing

L'OSSARIO

Questa è una struttura proposta il 16 gennaio 1920 dall’architetto Aristide Malinverni ed inaugurata il 30 ottobre 1921. Prevedeva n. 12 loculi e n. 276 cellette ossarie.

Sulla lapide esterna sono iscritti i nomi di 199 caduti di Legnano. Tanti, ma non tutti.

ALTRE LAPIDI

Altre lapidi, forse meno conosciute, ricordano i nostri concittadini. Si tratta di lapidi volute dagli industriali: lapide Bernocchi, inaugurata il 4 ottobre 1924 alla presenza di Mussolini; lapide Agosti, ormai quasi illeggibile, o volute dai comitati di quartiere come quelle nella chiesa dei SS. Martiri, alla Ponzella e all’Olmina.

DISPERSI

Alcuni legnanesi non hanno fatto più ritorno, neppure da morti. Sono i dispersi. Furono 102. Se andava bene dopo qualche settimana al massimo arrivava la comunicazione che il disperso era in realtà prigioniero, altrimenti semplicemente era sparito nel nulla: di lui rimanevano forse solo brandelli oppure il cadavere rimaneva a decomporsi nella “terra di nessuno” tra le due trincee di prima linea.

CAPPELLANI MILITARI

Di Legnano possiamo ricordare quattro cappellani:

– don Enrico Ambrogio Morelli, nato il 23 aprile 1896 a Legnano, morto in prigionia all'ospedale di Bozen (Bolzano) per ferite riportate in combattimento. Aveva 20 anni.

– don Giovanni Bianchi, nato il 15 febbraio 1889 a Legnano, morto nell'ospedaletto da campo n. 214 per malattia. Aveva 29 anni.

– don Maurizio Croce, sopravvissuto, croce al merito, medaglia di bronzo e medaglia d'argento

– don Ambrogio Chiesa, due medaglie di bronzo

DECORATI

A Legnano di decorati ce ne sono stati tanti, e tra i caduti ne abbiamo individuato tredici.

Arioli Carlo, capitano, 34 anni, Med. Argento

Buroni Guglielmo, aspirante ufficiale, 19 anni, Med. Argento

Castiglioni Vittorio, soldato, 21 anni, Med. Argento

Cozzi Luigi, soldato, 20 anni, Med. Argento e Croce al Merito

Galli Andrea Ambrogio, cap magg, 23 anni, Med. Bronzo

Lampugnani Luigi, cap magg, 32 anni, Med. Bronzo

Meyer Ernesto, caporale, 20 anni, Croce al Merito

Perotti Umberto, cap magg, 27 anni, Croce al Merito

Robino Aurelio Riccardo, colonnello, 50 anni, Med.Oro

Sesler Aldo, serg magg, 25 anni, Croce al Merito

Stefanoni Luigi Tranquillo, soldato, 25 anni, Croce al Merito

Tenconi Galeazzo Carlo Paolo, tenente, 23 anni, Med. Argento

Trombetta Mario, capitano, 33 anni, Med.Bronzo

I DISERTORI

All’opposto possiamo citare invece un soldato accusato di diserzione, Mauro Morlacchi, il cui nome fu esposto su manifesti a Legnano alla pubblica riprovazione.

Ricordiamo anche un milite che è stato fucilato per diserzione, il sergente Paolo Colombo, “condannato alla pena di morte a mezzo di fucilazione alla schiena”.

Probabilmente il nostro Paolo cercò di sottrarsi alla morte quasi certa abbandonando il posto a lui assegnato e tornando verso le retrovie. Chissà, forse la nostalgia di casa lo portò lontano dalle trincee. Ciò che sappiamo che fu fucilato l'8 agosto '17.

I FRATELLI

Un’ultima considerazione: molte famiglie sono state toccate da un lutto, undici famiglie di lutti ne hanno avuti due: due fratelli.

Biaggi – Alfredo Attilio – Pompeo Oreste

Cattaneo – Cesare – Luigi

Colombo – Antonio Pasquale Giuseppe – Carlo Eugenio

Ferrario – Erminio Pasquale – Giuseppe

Marinoni – Antonio – Francesco

Masetti – Ambrogio – Angelo Eugenio

Morelli – Ernesto – Giuseppe

Morelli – Giacomo Carlo Francesco – Natale Giulio

Pagani – Francesco (Franco) Noè – Giuseppe

Pollini – Gioachino – Vittorio Giovanni

Pomini – Carlo – Enrico

Luigi e Cesare Cattaneo

Giovanni Cattaneo, nipote di Luigi e Cesare, fratelli nati entrambi a Legnano, ci invita a riflettere con queste parole:“Cattaneo Luigi, classe 1894 era il gemello del nonno, era arruolato nel 206° Regg. Fanteria della Brigata Lambro. Consultando i documenti militari relativi alle azioni di guerra di quel reggimento, e la data di morte cioè il 07 08 1916, ho potuto risalire al luogo preciso dove era caduto: Oslavia – località Dosso del Bosniaco.

In quel luogo si svolse una delle più terribili battaglie del fronte italiano, la 6° Battaglia dell’Isonzo…

Confesso di aver provato una certa soddisfazione per ciò che avevo scoperto, mi è sembrato di sentire più vicino il prozio Luigi che ormai dopo cento anni sembrava solo un’entità astratta e inafferrabile.

L’altro fratello Cesare, era più vecchio di due anni, però osservando la lapide che riportava il suo reggimento, il 52° fanteria, ho notato che la data di morte era collocata il 02 11 1922, cioè quattro anni dopo la fine della guerra. Che cosa era successo?

Cesare era tornato vivo dal fronte in condizioni pessime, depresso e con frequenti stati febbrili di natura non definita che lo fecero soffrire lungamente fino alla morte, per questo motivo fu inumato nell’Ossario dei Caduti essendo la sua morte riconducibile a cause di guerra.

La sua storia apre il sipario su una parte della Storia che spesso viene dimenticata, quella dei reduci, dei loro corpi mutilati, del loro animo inaridito, spesso incapaci di ricominciare una vita normale di lavoro e affettiva.

A distanza di cento anni molti di noi che hanno avuto nonni o bisnonni che hanno partecipato alla Grande Guerra, non hanno potuto raccogliere i ricordi di quelle storie e forse non sanno come le nostre famiglie attuali siano ancora direttamente condizionate da quegli avvenimenti. Probabilmente abbiamo una parentela ridotta a causa dei molti caduti fratelli e cognati dei nostri nonni o bisnonni.

Siamo diventati nipoti di quei soldati

che sono casualmente sopravvissuti a quella carneficina”

Una bella e significativa conclusione che facciamo nostra.

Renata Pasquetto e Giancarlo Restelli


Volti e storie dei soldati di Legnano travolti dalla bufera

https://drive.google.com/file/d/0B2oiTbuM9ihjUFR3TENDUFoyQXM/view?usp=sharing

– L'ossario italiano e austro-ungarico nel cimitero di Via Magenta

https://www.youtube.com/watch?v=wAo3_wUZJCI

-Tracce della Grande Guerra nella Legnano di oggi

https://www.youtube.com/watch?v=R8lRKCHFcTA

Redazione
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Pubblicato il 03 Novembre 2015
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