"Vivere la propria spiritualità nel mondo universitario": il cardinale Angelo Scola, giovedì 5 marzo, ha fatto visita al mondo universitario di Castellanza. 

Alta la partecipazione di studenti e docenti della Liuc, ma anche di realtà scolastiche della zona. Sono stati proprio gli studenti a porre all’Arcivescovo alcune domande importanti su come vivere la loro spiritualità all’interno dell’Università, ma anche quali valori ricercare nella formazione tenendo presente che si vive in una società che pone costantemente in competizione.

Il Cardinale Scola ha così cercato di spiegare ai ragazzi l’importanza dell’università come luogo privilegiato di incontro, in cui avviene un reciproco scambio di saperi, basato però sulla massima disponibilità di ascolto. «Per me è sempre stimolante incontrare il mondo universitario, perché la cultura dell'incontro è più che mai, in questo tempo di frammentazione, l'antidoto: la via giusta per costruire quell'unità di cui ognuno di noi ha bisogno sia a livello personale che unitario».

Proprio Scola ha ricordato ai giovani che in università ci ha passato 40 anni, sottolineando come questa istituzione sia una dimora che fa nascere un’amicizia che permette al soggetto in tutta la sua integralità di imparare quel determinato sapere che gli consentirà l’accesso al mondo del lavoro e il modo per cooperare all’edificazione di una vita buona. Importante è in questa direzione anche il rapporto tra docente e alunno: «Ogni rapporto umano tra maestro e discepolo è sempre un incontro di libertà, dove l'io, sia personale che comunitario, non può essere messo tra parentesi. Ognuno fa il suo, ma voi ragazzi dovete giocarvi integralmente».

L’arcivescovo è stato poi richiamato a toccare temi come la spiritualità durante le esperienze all’estero o in una società che vive nella ricerca di materialità. Argomenti di spessore dove Scola ha sempre richiamato l’importanza della cultura dell’incontro, base per vivere il proprio io, sia quello personale che comunitario.

Manuela Zoni