“Dettagli di Storia”: la contrada Sant’Erasmo e l’abito del corvo
Il dietro le quinte dell'abito del corvo, vestito che apre la sfilata della contrada Sant'Erasmo, fra tradizione, simbologia e fonti storiche

Il tour per scoprire il dietro le quinte degli abiti di contrada fa tappa a Sant’Erasmo, che per la campagna di comunicazione del Palio 2025 “Dettagli di Storia” ha scelto una delle figure più rappresentative della contrada: il Corvo. Emblema di carità e redenzione e, per contro, di morte e oscurità, il simbolo di contrada affonda le sue radici in una leggenda legata all’antico monastero di Santa Caterina.
Si narra infatti che un volatile molto simile ad un corvo rubasse tutti i giorni il cibo destinato ai frati del monastero per portarlo su un’altura a tre anziani che, una volta benedetto, lo gustavano su una tovaglia bianca sotto lo sguardo del corvo che, al centro di essa, si riposava dal volo. Visto il prodigio, i frati del monastero aiutarono i tre anziani a costruire un ospizio dedicato a Sant’Erasmo, vista la vicinanza di una cappella intitolata al santo.
L’abito tra realizzazione e tradizione
L’abito scelto, che quest’anno vedremo indossato durante la sfilata dal contradaiolo Luca Oldrini, ha quindi un fortissimo legame con l’essenza della contrada stessa. «É un piacere presentare uno degli ultimi progetti realizzati dalla contrada, questo – ha detto Nicoletta Tognoni, responsabile della commissione costumi di contrada – è il simbolo della nostra contrada, il cavaliere che apre la sfilata a cavallo». Il vestito è composto da uno scapolare, completamente ricamato a mano dalle sarte di contrada. «Con tanta passione e grande spirito – ha raccontato Nicoletta Tognoni – si sono impegnate nel ricreare quello che dalla fonte iconografica raffigurava proprio il nostro corvo incorniciato». A completare l’abito, una cotta di maglia sotto la quale vi è un gambeson, una tunica imbottita indossata all’epoca sotto l’armatura a protezione del guerriero. Il tutto viene completato dal camaglio, un’ulteriore protezione formata da anelli intrecciati a maglia.
L’abito è stato realizzato nel 2022 nell’arco di 6-7 mesi ed è ormai arrivato alla sua terza edizione di sfilata. «Per noi questo è uno degli abiti più importanti, – ha detto Stefano Morandi, responsabile della commissione costumi di contrada – che oltretutto ha alle spalle una bella storia. La famiglia Oldrini, prima Maurizio e ora il figlio Luca, portano avanti la tradizione di aprire la sfilata indossando l’abito».
La fedeltà alle fonti storiche e l’anima della contrada in un solo vestito

Ormai abbiamo imparato che ogni abito deve rispettare i canoni imposti dall’epoca dei fatti della Battaglia di Legnano. «Da un evangeliario – ha raccontato Nicoletta – abbiamo preso il disegno della cornice, invece la realizzazione del corvo cerchiato trae la sua fonte da un bassorilievo. Abbiamo creato questo connubio presentando due fonti iconografiche di partenza completamente diverse, che a loro volta sono state personalizzate dalle sarte di contrada. Sicuramente si parte da una ricostruzione fedelissima di quelli che erano i dettami dell’epoca ma nell’abito c’è comunque l’anima della contrada».
Ogni abito deve rispettare determinati canoni di realizzazione e, della loro verifica, se ne occupa la Commissione Permanente dei Costumi, istituita nel 1992. «Dopo aver ricevuto l’approvazione della fonte, – ha detto Stefano – si parte con lo studio dei disegni e il taglio delle singole parti che compongono l’abito. Chiaramente poi vi è lo studio dei colori con il quale viene realizzato, questo abito in particolare gioca su forti contrasti».
Un’altra testimonianza di come gli abiti delle contrade non siano solo un esempio di ricchezza e sapienza sartoriale ma anche veicolo di profondi significati simbolici.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.