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Crollo della Giunta, l’ex sindaco: “E’ stata una strategia politica”

Dietro quanto successo, secondo Teresina Rossetti, scelte politiche nel PD...

A due settimane dalla caduta della sua amministrazione, l'ex sindaco Teresina Rossetti rompe il silenzio e racconta la sua verità. A segnare la fine della sua esperienza alla guida del paese, dopo due anni e mezzo, la mancata approvazione del bilancio e le dimissioni di massa del consiglio comunale. La crisi in Comune era nell'aria e già nelle settimane precedenti l'assessore al bilancio Emanuela Banfi e i consiglieri delegati Ivo Frau e Francesco Spataro avevano rassegnato le proprie dimissioni, mentre il vicesindaco e assessore al sociale Piera Landoni era stato allontanato dal sindaco stesso.

«Ci hanno accusato di immobilismo, di non aver fatto niente, nessuna opera pubblica, in questi 2 anni e mezzo – racconta l'ex prima cittadina -. Con i pochi soldi a disposizione abbiamo puntato su cose necessarie, anche se poco visibili, abbiamo preferito puntare sul completamento della messa in sicurezza delle scuole, giudicata come azione che nessuno vede perché ritenuto un dovere anziché fare altri interventi sicuramente più visibili (es. villa Dell’Acqua). Abbiamo affrontato situazioni urgenti prendendo decisioni che le amministrazioni precedenti non hanno avuto il coraggio di assumere (vedi via Dante)».

L'APPELLO AI CITTADINI. Dopo la burrasca a Cerro Maggiore, un periodo di pausa con il commissario, secondo l'ex sindaco, non farà altro che bene e servirà «per riflettere sulla caratura politica di certi personaggi». E proprio in vista dell'appuntamento elettorale della primavera 2018, Teresina Rossetti lancia un appello: «Riguardiamo bene la registrazione dell’ultimo consiglio comunale e guardiamo bene in faccia quelle persone che pur avendo occupato posizioni opposte ed essersi ostacolate  fino a qualche giorno prima, ora hanno superato tutte le divergenze ed affrontano un cammino comune; ma questa è politica o semplice opportunismo? Alcune di quelle persone vi chiederanno la fiducia».

LANDONI, "IL SINDACO OMBRA". «Mi sento in obbligo di evidenziare i presupposti che mi hanno portato a prendere decisioni forti dopo un periodo di "governo" segnato da continui contrasti con l’assessore ai servizi alla persona derivanti dal ruolo che assume il vice sindaco» spiega l'ex prima cittadina. Tra i motivi della rottura la volontà del vice Landoni di «avere un rapporto preferenziale con il sindaco» in modo da essere «un sindaco ombra». Una posizione inaccettabile per Rossetti, che aggiunge: «per lavorare in una squadra, non è auspicabile un rapporto prioritario con un solo componente, ma tutti gli assessori devono essere coinvolti a pari livello e occorre  costruire con tutta la giunta un tavolo di confronto. Questa mia posizione ha creato una continua contrapposizione da parte del suddetto assessore su tutte le decisioni prese dal sindaco senza aver preventivamente sentito il suo vice, anche per decisioni di mia esclusiva competenza e persino per quanto ha riguardato la rappresentanza ad un particolare corteo del 25 Aprile, ma si sa che le comparse in pubblico con la fascia tricolore favoriscono l’immagine».

«Ho accettato questo stato di cose sino ad un certo punto, ma poi basta». Lo strappo definitivo tra l'ex sindaco e il suo vice è arrivato dopo "minacce" di abbandonare la giunta e assenze in consiglio comunale. A far traboccare il vaso, come anticipato nel consiglio comunale di aprile, è stato l'atteggiamento tenuto per la nomina a presidente della conferenza dei sindaci dell’ASST. «L’ex vice sindaco ha provveduto a commentare la situazione esibendo documentazione non completa – sostiene Rossetti -. Ha omesso di precisare che la carica di presidente poteva essere affidata solamente ad un sindaco e che io (ma questo l’ho saputo solo in un secondo tempo) ero stata nominata a ricoprire tale ruolo. La delega permanente richiestami (solo per sostituirmi come sindaco alle varie riunioni ASST) altro non è stata che un escamotage usato per occupare quella posizione. Di tutto questo retroscena, ribadisco, sono venuta a conoscenza solamente in un secondo tempo. Ritengo quindi che tutte le varie dichiarazioni siano non solo fuori luogo, ma evidenzino anzi un malessere per la mancata possibilità di continuare a ricoprire una carica di prestigio utile anche per possibili futuri programmi nel mondo della politica».

ASSESSORE BANFI, "HO SBAGLIATO A CONFERIRE L'INCARICO". E dopo l'allontanamento di Landoni, ecco arrivare le dimissioni dell'assessore al bilancio Emanuela Banfi a causa dell'ostruzionismo trovato e di problematiche legate alle società partecipate o investimenti ad alto rischio. «Per completezza bisogna ricordare che una delle problematiche delle società partecipate, è riferita ad A.M.Ce.M e al lungo iter di approvazione del bilancio 2015; ma in quell’occasione però anche l’assessore ha votato in consiglio comunale a favore dell’approvazione del bilancio stesso: debbo dedurre che non ha intravisto quelle problematiche a cui fa cenno – continua Rossetti -. Il riferimento agli "investimenti ad alto rischio" mi sembra più che altro dettato dal timore di affrontare situazioni che si possono incontrare durante un mandato e denotano una non idoneità a svolgere le funzioni di assessore: qui ho sbagliato io, ammetto, a conferire l’incarico. Circa il presunto ostruzionismo evocato nella lettera di dimissioni presentata in Comune, voglio ricordare che i tagli sui capitoli di spesa del bilancio vanno concordati con gli assessori e non ci si dovrebbe offendere se se ne vuole discutere in merito prima di accettarli. Altra osservazione importante: sempre nella lettera di dimissioni presentata in Comune, l’assessore fa riferimento all’impegno profuso per svolgere al meglio il lavoro derivante dalla sua delega. Peccato non faccia alcun cenno alle sue assenze nelle sedute di giunta che nell’anno 2016 sfiorano il 40%».

RISPOSTA A SPATARO. Altro tassello che è venuto a mancare nel mosaico della maggioranza è stato quello del consigliere delegato alla sicurezza ed ex candidato sindaco di Fratelli d'Italia Francesco Spataro. «Il consigliere con delega alla sicurezza si è dimesso per il mancato rispetto dell’accordo concordato – ripercorre l'ex sindaco -. La verità è che sui 18 punti dell’accordo 11 sono stati realizzati, 1 (la tangenzialina) era subordinato al reperimento delle risorse e gli altri sarebbero stati attuati entro la fine della legislatura. Giudicate voi».

PARTITO DEMOCRATICO: "UNA STRATEGIA PER FAR CROLLARE LA GIUNTA". Teresina Rossetti non risparmia accuse al Partito Democratico, ex alleato all'interno della lista civica che capitanava. Dietro il crollo dell'amministrazione, secondo Rossetti, ci sarebbe una chiara strategia politica. «L’atteggiamento dei due assessori ha evidenziato un chiaro tentativo di imporre delle strategie politiche che portavano esclusivamente benefici politici. A livello cittadino il PD, il partito di appartenenza, trova la maggior rappresentatività proprio nelle figure dell’ex vice sindaco e nell’ex amministratore A.M.Ce.M, che nel ricorso al TAR contro il suo allontanamento, specifica a chiari lettere che l’ex assessore al bilancio appartiene al PD; questo sta a dimostrare, qualora ce ne fosse bisogno, che è stata tutta una strategia politica orchestrata per far cadere la giunta – accusa l'ex sindaco -. Voglio anche sottolineare che l’assessore ai lavori pubblici, esponente dello stesso partito di cui è stato anche segretario cittadino, si è dissociato da questo disegno dando appoggio al sindaco dimostrando, assieme agli altri assessori, che non è proprio vero quello che viene detto ai cittadini».

«In occasione del consiglio comunale dell’ 11 aprile, durante il quale 9 consiglieri si sono dimessi, decretandone lo scioglimento – conclude l'ex sindaco –, mi sono inoltre meravigliata di come qualcuno “per ragioni di coerenza” abbia “voluto dare il colpo di grazia alla giunta” precisando che “sarebbe stata solo agonia” (vale qui la locuzione latina excusatio non petita, accusatio manifesta? O meglio, Scusa non richiesta, accusa manifesta?) e sia andato a votare con altri consiglieri dei quali, solo poche settimane prima, aveva chiesto la testa. Questa più che coerenza è convenienza».

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Pubblicato il 28 Aprile 2017
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