No allo stop generalizzato alle udienze civili e penali davanti al Tribunale e al Giudice di Pace di Busto Arsizio e al Giudice di Pace di Legnano. In una lunga lettera indirizzata al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, il presidente del Tribunale bustocco ha spiegato le ragioni per cui non è possibile accogliere la richiesta dell'avvocatura del territorio.

[pubblicita]Già da lunedì 24 febbraio, peraltro, il tribunale aveva adottato linee guida ad hoc per la gestione dell'emergenza sanitaria. Linee guida che «non prevedono alcuna forma di generalizzata sospensione dell'attività giudiziarie», rimandando ai singoli magistrati la scelta di ricalendarizzare le udienze qualora «il loro svolgimento appaia incompatibile con le prescrizioni di carattere sanitario […] emanate a tutela della salute, non solo del personale di magistratura, ma anche dell'avvocatura, delle parti private e di tutti i soggetti comunque coinvolti». Ma non è nelle facoltà del presidente del Tribunale «procedere ad una sospensione di fatto dell'attività giurisdizionale, sia pur con esclusione dei procedimenti urgenti, per il tramite di un rinvio generalizzato delle udienze». 

Per trovare un compromesso tra la tutela della salute e la prosecuzione dell'attività giurisdizionale, comunque, il presidente del Tribunale di Busto Arsizio ha peraltro disposto, già da mercoledì scorso, una diversa collocazione nei diversi piani del Palazzo di Giustizia, di parte dei giudici civili in relazione ai giorni di udienza, per decongestionare i corridoi del primo piano dove i giudici si trovano abitualmente. Provvedimento che sarà mantenuto fino alla fine dell'emergenza sanitaria e perfezionato nei prossimi giorni. Anche per le udienze penali le linee guida hanno indicato ai magistrati come comportarsi per proteggere la salute di tutte le persone coinvolte.