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25 aprile: “Non è la festa di tutti!”

Stupore e perplessità per una frase pronunciata durante il "comizio" di un giovane studente nella celebrazione ufficiale

(m. tajé) – Un intervento al limite del vero e proprio comizio, che poco dovrebbe aver avuto a che fare con il compito affidato: celebrare la Liberazione e la Resistenza. Non solo, ma una frase («Il 25 aprile non è e non sarà mai la "festa di tutti" come spesso la si vuole far apparire») ha destato stupore tra tanti presenti in piazza. Protagonista uno degli studenti invitati a prendere la parola durante la celebrazione ufficiale.
L'impressione che qualche insegnante non abbia saputo spiegare bene il compito da svolgere (e da controllare) non è stata solo nostra. Di seguito, infatti, le considerazioni di due associati all'Associarma che esprimono opinioni sì personali, ma meritevoli di una riflessione.
Ricordiamo inoltre che, nella cerimonia al cimitero, don Fabio Viscardi ha invece manifestato proprio un sentimento opposto, quando ha affermato: 
«Sono qui per benedire tutti coloro che nella tragedia della guerra hanno perso la vita. Benedire tutti non vuol dire equiparare…. E dentro qui si crea lo spazio per dire bene di quanti hanno dato la vita per la libertà, per il paese, per il bene comune e chiedere al Signore che rivesta tutti, compresi dunque quanti hanno fatto scelte diverse»).


Abbiamo avuto la gradita opportunità, mercoledì mattina 25 aprile in piazza San Magno di presenziare alle celebrazioni del 73° anniversario di liberazione della nostra Patria dalla feroce oppressione nazifascista.
Numerosi gli interventi oratori: il sig. Sindaco, rappresentanti dell’A.N.P.I. e formazioni similari, ma una frase ci ha lasciati alquanto perplessi.
Precisamente: “Il venticinque aprile è una festa nostra ( non ben specificato di chi, anche se tutti ne abbiamo ben compreso i destinatari) e non di tutti".
Non siamo d’accordo.
Nel 1946 De Gasperi istituì il venticinque aprile festa nazionale, crediamo volendo ricordare i sacrifici di tanti italiani: Partigiani, Militari con le stellette (80.000 Caduti),che risalirono la penisola con gli angloamericani,  semplici cittadini che a rischio di deportazioni e della vita nascosero e salvarono chiunque fosse a rischio di cattura da parte dei nazifascisti.
Ne ricordiamo uno a caso, il campione di ciclismo Gino Bartali definito Giusto fra i popoli per aver salvato decine di ebrei perseguitati: in suo onore il giro d’Italia partirà tra qualche giorno da Gerusalemme.
Le feste nazionali- 25 aprile/ 2 giugno / 4 novembre sono patrimonio di tutti gli italiani e non di questa o quella parte e non dovrebbero avere valenza politica.
Crediamo di aver espresso il nostro parere con educazione, correttezza e soprattutto nel democratico rispetto di tutti e di tutte le idee.

Nicola Fenaroli
Massimo Castiglioni

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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