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San Giorgio, 25 aprile: «Difendiamo la pace lavorando per la giustizia»

É un 25 aprile all'insegna della riflessione, quello che oggi San Giorgio su Legnano ha celebrato in occasione del 73° anniversario della Liberazione

É un 25 aprile all'insegna della riflessione, quello che oggi San Giorgio su Legnano ha celebrato in occasione del 73° anniversario della Liberazione. Riflessione sui valori che si sono affermati con la vittoria della Resistenza, come libertà, giustizia e democrazia, che oggi più che mai siamo chiamati a difendere. Così come siamo chiamati a servire e difendere la pace lavorando per la giustizia.

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«Ci ritroviamo ancora qui in questo 25 aprile per fare memoria di un evento che non dobbiamo dimenticare – ha esordito il sindaco Walter Cecchin –. Per ricordare quanti non ci sono più, per ricordare quanti hanno dato la loro vita per un bene supremo, quello della libertà e della dignità della vita umana. Siamo tutti invitati a riflettere sul significato del 25 aprile 1945, una data lontana nel tempo, ma più che mai vicina alla coscienza dei cittadini che non vogliono e non possono rinunciare a difendere i valori che si sono affermati con la vittoria della Resistenza sugli occupanti: la libertà, la giustizia, la democrazia, la speranza e l'impegno per la costruzione della convivenza civile e pacifica tra i cittadini e tra i popoli. Ma quale deve essere oggi il significato di Resistenza? Credo che dobbiamo resistere contro i soprusi, le prevaricazioni, le prepotenze, contro la volontà di difendere gli interessi personali rispetto a quelli di tutti». 

«L'importante – ha proseguito il primo cittadino – è che ci unisca la consapevolezza e lo stesso impegno per conservare i valori della Resistenza che si sono tradotti nella Costituzione. Anche oggi, in riferimento ai fatti tragici che avvengono in ogni parte del mondo, siamo chiamati ad operare una scelta, tra il ricorso alla forza e la ricerca della convivenza civile e di una società più giusta, tra la guerra e la pace, e tra la pacificazione imposta dalle armi e quella faticosamente costruita, giorno per giorno, dalle donne e dagli uomini di buona volontà. Non abbiamo dubbi: scegliamo la pace, la ricerca della convivenza civile e di una società più giusta, nella legalità, nel rispetto, per la dignità di ogni uomo. E se davvero vogliamo la pace allora lavoriamo per la giustizia. Perchè non c'è pace senza giustizia. Ma noi da che parte stiamo? Dalla parte degli ultimi, dei più deboli, di chi è perseguitato, oppure dalla parte dei più forti, di chi fa il proprio interesse personale e che, anziché servire, prevarica tutto e tutti per difendere le proprie posizioni di potere e di privilegio a scapito del bene di tutti, del bene comune? Certo questo nostro impegno costa fatica nel quotidiano – ha concluso Cecchin -, ma ne vale la pena. E allora serviamo e difendiamo la pace lavorando per la giustizia, ma soprattutto "restiamo umani"».

E sull'importanza di tener viva la memoria, per realizzare e diffondere i valori per i quali si è combattuto nella Resistenza, è tornato anche il presidente della sezione sangiorgese dell'ANPI Roberto Mezzenzana. «Il 25 aprile, festa della Liberazione, ricordiamo i fatti che in Italia, in Europa, hanno portato alla lotta contro il nazifascismo e alla sua sconfitta – ha sottolineato Mezzenzana –, grazie anche al contributo dei partigiani, dei combattenti e dei caduti per la libertà, la libertà di tutti, vincitori e vinti. Si battevano per liberarci dalla guerra, per eliminare i genocidi che facevano devastazione e stragi di vite umane, di persone che non sopravvivevano o se riuscivano a sopravvivere, rimanevano segnate per sempre dagli orrori che avevano visto o vissuto sulla loro pelle. Si battevano contro l’oppressione e le imposizioni che ritenevano non condivisibili. Volevano riappropriarsi del loro diritto di pensare e di parlare come uomini e donne davvero liberi. Sognavano un futuro di democrazia, dove la paura non fosse più il drammatico filo conduttore delle loro vite e delle loro scelte. Un futuro migliore dove poter costruire una vita libera dalla miseria, dalla schiavitù del bisogno, e dalle imposizioni spesso violente o subite. Speravano nella nascita di un mondo di pace, di rispetto, di libertà di pensiero e di parola. Chi si è battuto per la liberazione avrebbe potuto rimanere nell'ombra, avrebbe potuto scappare, abbandonare l’Italia. Eppure è rimasto, lottando con coraggio, sacrificando la sua vita e quella ancor più importante dei suoi cari. Dobbiamo ringraziarli, rispettarli, tenere viva la loro memoria».

«Ma il 25 aprile è anche un giorno di festa, perché la Liberazione fu un grande giorno di gioia, per esserci liberati dai nazifascisti e perché si trattava di cominciare una nuova vita, sotto il profilo sociale, politico, economico, etico – ha continuato il presidente ANPI –. La felicità e la gioia sono sentimenti che non contrastano con i ricordi anche più dolorosi, perché dobbiamo saper vivere nel presente con la consapevolezza di sempre, ma anche con quella capacità di sorriderci ed abbracciarci che è il simbolo della fratellanza, della solidarietà, dell’uguaglianza nella libertà. E ce n’è bisogno, in periodi così difficili e duri, con vicende terribili e guerre che scuotono il mondo ed i Paesi, spesso con una violenza che speravamo di aver superato e "dimenticato" ed invece è ancora lì a ricordarci la brutalità, la cattiveria, il sopruso, sempre in agguato ovunque.

«Al tempo stesso – ha aggiunto Roberto Mezzenzana –, il 25 aprile è una festa dedicata all’impegno a realizzare e diffondere i valori per i quali si combatté nella Resistenza e che si sono trasfusi nella Costituzione, ed a sconfiggere invece, tutto ciò che sa di egoismo, di revisionismo, di autoritarismo. Tutti mali che pervadono il mondo ed anche il nostro Paese, dove c’è troppa corruzione, troppa cattiva politica, troppe disuguaglianze, troppa povertà. Ma anche se oggi sembra che questi fatti appartengano al passato, i valori che ricordiamo con questa ricorrenza sono più che mai attuali.

«Tutto questo significa la festa del 25 aprile – è stata la conclusione dell'intervento di Mezzenzana –. Al ricordo di uno splendido passato (la Resistenza), alla fiducia in un magnifico documento (la Costituzione), affidiamo la speranza e la volontà di un futuro migliore, che si potrà realizzare solo se collaboreremo e parteciperemo tutti, ognuno per la propria parte e ognuno con le proprie capacità e i propri mezzi, per raggiungere l’obiettivo della pace, della serenità, della giustizia sociale e dell’eguaglianza». 

In prima linea nella celebrazione anche i giovani studenti sangiorgesi, che hanno letto brani di Calamandrei e Bassani e raccontato le storie dei loro parenti che hanno vissuto il periodo della Resistenza.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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