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Rescaldina, 25 aprile: «È necessario ricordare»

In prima linea per la celebrazione del 73° anniversario della Liberazione anche i giovani studenti di Rescalda e Rescaldina

Ricordare. Ricordare i partigiani, perchè «hanno sacrificato o messo in pericolo la loro vita per la nostra patria e per la nostra libertà» e perchè da loro «abbiamo ancora tanto da imparare». Ricordare la storia, perchè è nella storia che «c'è la nostra identità». Ricordare, perchè «i disvalori fascisti sono ancora presenti nella nostra società». É questo il messaggio che il sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo ha voluto lanciare ai suoi cittadini durante le celebrazioni per il 73° anniversario della Liberazione

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Celebrazioni che hanno visto in prima linea i giovani studenti di Rescalda e Rescaldina, sia con la lettura dei loro pensieri dedicati alla libertà, sia con il ricordo delle parole del celebre discorso di Piero Calamandrei agli studenti milanesi del 1955. Ma soprattutto celebrazioni dove l'amministrazione e l'ANPI, quasi con una sola voce, hanno voluto ribadire che ancora oggi «è necessario ricordare». 

«É necessario ricordare – ha sottolineato il primo cittadino – perché nella storia c’è la nostra identità. Come nella nostra storia personale noi siamo il frutto di quello che è successo nella nostra infanzia e delle esperienze vissute, così il nostro stato oggi è frutto ed è il risultato di quanto successo il 25 aprile di 73 anni fa. Senza il 25 aprile non ci sarebbe nulla, non ci sarebbe la nostra repubblica, non ci sarebbe la democrazia, forse non ci sarebbe nemmeno la nostra patria così come la conosciamo oggi. È necessario ricordare – ha continuato Cattaneo – perché i disvalori fascisti sono ancora presenti nella nostra società. Un giornale ieri titolava "É in arrivo l’onda nera" per parlare degli sbarchi dei profughi, un politico lunedì diceva "Rispetteremo le decisioni del Presidente ma dovremo fare una gita a Roma (gita con un sapore di marcia, naturalmente)". I nostri politici locali cliccano "mi piace" a un messaggio in cui si dice che non bisogna più parlare di "Antifascismo, Partigiani e Liberazione". C’è chi dice che non bisogna parlare della Resistenza a scuola… e invece, ancora una volta è necessario ricordare».

«È necessario ricordare perché nella memoria continuano a vivere storie e valori di chi ha donato la vita per l’Italia e per la libertà – ha inoltre messo in luce il sindaco nel suo discorso –. Non c’è amore più grande di chi dona la vita per un fratello dice il Vangelo. Chi dona la vita per gli altri è un eroe, e gli eroi vanno celebrati in una celebrazione che non sia fine a sé stessa ma che contenga e trasmetta valori. Allora è necessario ricordare proprio perché abbiamo ancora tanto da imparare dai partigiani e da chi ha vissuto la resistenza. Carlo Maria Martini parlando dei preti della Resistenza, dice: "La loro Resistenza fu anzitutto un’opera di carità, di ospitalità, di fratellanza. Di questi preti dobbiamo essere fieri, perché sono stati preti, soltanto preti. Per i loro fratelli si sono sacrificati, hanno rischiato per l’uomo, per il fratello emarginato, sofferente, per l’ebreo, per il forestiero, per l’escluso. Hanno rischiato per il rispetto dei valori, per "farsi prossimo". Nell’antifascismo troviamo proprio questi valori: carità, ospitalità, fratellanza. Valori che il nostro paese esprime alla grande, esprime oltre misura, esprime, e l’ha dimostrato recentemente, ogni volta che c’è bisogno di stringersi intorno a chi soffre. Sono orgoglioso di un paese che vive i valori di fratellanza, ospitalità e carità. Ricordiamoci però che questi valori non sono scontati e diventano disvalori se sono rivolti solo verso qualcuno e non verso l’essere umano in quanto essere umano. Chi rifiuta questi valori – ha concluso Michele Cattaneo, prima di ringraziare tutti i presenti, le Forze dell'Ordine, la Protezione Civile, il personale comunale, i consiglieri comunali presenti, gli organizzatori, le autorità religiose incontrate lungo il percorso odierno e, soprattutto, l'ANPI –, è necessario dirlo chiaramente, ha in sé i germi del fascismo e questi noi li combattiamo perché combattere, opporsi, resistere è un dovere civico ma soprattutto è un dovere dell’uomo, dell’essere umano che riconosce nell’altro, chiunque esso sia un altro essere umano». 

Parole, quelle del primo cittadino, che hanno trovato sponda nel discorso di Maria Grazia Pierini, presidente della sezione rescaldinese dell'ANPI. «Siamo a 73 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e nonostante i molti che vorrebbero un 25 aprile "sbiadito" e magari senza l’ANPI, noi siamo ancora qui a ribadire l’importanza della festa di Liberazione – ha spiegato Pierini –. Noi siamo ancora qui con il solo supporto dei valori che furono propri della Resistenza, restando ancorati alla storia e pretendiamo che tutti la conoscano e la rispettino. Che rispettino la nostra Costituzione che è il frutto migliore della Resistenza a settant’anni dalla sua entrata in vigore».

«Ancora oggi, quando si parla di Resistenza, qualcuno ha il coraggio di dire che "se il fascismo ha commesso errori ne hanno commessi anche i comunisti" – ha proseguito la presidente ANPI –. Ecco, cominciamo a precisare che il contrario del fascismo non è il comunismo. Il contrario della dittatura fascista è la libertà, è la democrazia della Repubblica Italiana. É semplice, in Italia esiste l’apologia di fascismo perché in Italia abbiamo avuto una dittatura fascista che ha distrutto, affamato, ucciso, torturato, deportato. E non dimentichiamo l’emanazione delle leggi razziali 80 anni fa. E comunque non va dimenticato che la lotta di liberazione dal nazifascismo la fecero, oltre ai partigiani e alle partigiane, tanti uomini e tante donne, giovani e meno giovani senza distinzioni politiche, religiose. Tanti furono i preti, tante furono le donne, le giovanissime, le mamme, le nonne e le suore. Il 25 aprile, non è la festa di una parte politica, è la festa di tutti gli italiani e le italiane che con coraggio, mettendo a rischio la loro stessa vita, hanno combattuto per liberare la nostra Italia dal fascismo e dal nazismo. E noi dovremmo esserne orgogliosi e fieri oltre che grati».

«Noi oggi dobbiamo reagire alla disillusione, all'indifferenza, al quieto vivere, ai razzismi, agli egoismi, contrapponendo i veri valori: quelli della Costituzione. Come diceva Calamandrei ,"la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse. Per questo una delle offese che si fanno alla costituzione è l’indifferenza alla politica". Dobbiamo impegnarci ancora e ancora per costruire un futuro migliore: una società più giusta ed equa, dove ci sia più libertà, più uguaglianza, più lavoro, più dignità, per tutti. È un sogno? La Resistenza è stata, per tanti giovani di allora, sogno, sacrificio, utopie, vittorie, sconfitte, perdite, giorni belli e giorni difficili. In loro nome e per i giovani di oggi, diffondiamo l'idea della pace, della solidarietà; e questo sarà il frutto migliore di un giorno come questo».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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