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“Sempre troppo tardi”, pendolari protestano a Porta Garibaldi

Una cinquantina di pendolari, esasperati da ritardi e disservizi, hanno dato voce ad un lungo elenco di richieste per un servizio ferroviario migliore Trenord, 415 milioni per il rinnovo di 700 carrozze

Nel video in copertina, l'intervista a Raffaele Specchia e Lisa Tamaro, portavoce dei pendolari

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Nel video sopra, la diretta della conferenza stampa dei pendolari


SERVIZIO DI VALERIA ARINI E LEDA MOCCHETTI

«Noi comitati e viaggiatori del quadrante Ovest siamo fortemente impegnati da tempo nella lotta per il miglioramento delle condizioni di viaggio dei pendolari. Per anni abbiamo presentato, con spirito costruttivo e collaborativo, dossier con la criticità sul materiale rotabile e sulle carenze delle infrastrutture. Purtroppo le tre aziende ferroviarie con cui ci confrontiamo Trenord, Trenitalia e Rfi mantengono da sempre un atteggiamento inconcludente. Subiamo forti disservizi nella fascia pendolare che vengono coperti da indici di puntualità calcolati sulla totalità dei treni nell’arco della giornata senza tenere conto della distribuzione dei viaggiatori, considerando solo il ritardo in arrivo e trascurando le ricorrenti soppressioni parziali. La task force per le direttrici critiche promossa da Trenord ha dato risultati molto labili». Sono queste le prime parole che i pendolari del quadrante Ovest, manifesti alla mano e magliette bianche addosso, hanno letto oggi, mercoledì 11 aprile, alla stazione di Porta Garibaldi.

Un ritrovo, quello dei pendolari, che era stato già preannunciato nei giorni scorsi e che ha visto una cinquantina di esasperati utenti quotidiani del trasporto su ferro radunarsi nella stazione meneghina per mandare un messaggio forte e chiaro a Trenord, Trenitalia ed RFI. In molti si auguravano una partecipazione più numerosa, ma comunque quella odierna può a buon diritto considerarsi una chiara presa di posizione da parte di chi tutti i giorni viaggia per lavoro.


Intervista a Guido Bragato, pendolare legnanese

Prima di tutto il capitolo soppressioni e cancellazioni. «Nel solo mese di marzo Ie linee del quadrante Ovest sono state oggetto di 706 soppressioni totali e 349 soppressioni parziali – hanno sottolineato i pendolari -. Queste soppressioni sono imputabili o alla carenza di personale che a partire dal 1° marzo affligge Trenord, o alla vetustà del materiaie impiegato da Trenord su molte linee e non da ultimo alla manutenzione insufficiente a garantire l’adeguata affidabilità in servizio».

Poi la disponibilità limitata dei materiali, «che oltre a portare alia soppressione – totale o parziale – dei treni menzionati poco fa, ha avuto anche la conseguenza di parecchie corse effettuate nelle ore di punta con materiali a composizione ridotta su tutte Ie linee del quadrante, con situazioni spesso al limite dell’insostenibile; a questo quadro vanno aggiunte le frequenti partenze o termine corsa da Milano Certosa che, se per il vettore sono strategiche in termini di organizzazione delle corse, il pin) delle volte si rivelano inutili per il pendolare proveniente dal centro città che difficilmente riesce a raggiungere questa stazione in tempo utile per prendere il treno»

E ancora «le gravi carenze nella comunicazione da parte di RFI sia nelle stazioni sia nei confronti dei macchinisti e del personale viaggiante lasciato allo sbando sui treni. Queste lacune lasciano spesso i passeggeri disorientati e costretti a vagare cercando un mezzo che permetta loro di giungere alla destinazione prefissata! Il tema é costantemente all'ordine del giorno nelle riunioni periodiche di quadrante e ci chiediamo come mai in un momento in cui la tecnologia consente di spedire sonde spaziaii su Marte, una società di ingegneria ferroviaria non sia ancora riuscita a mettere a disposizione dell’utente un sistema di annunci preciso che avverta per tempo se un treno viaggia a composizione ridotta rispetto a quella abituale, che sia coordinato e aggiornato in tempo reale con le applicazioni del vettore soprattutto nelle situazioni di emergenza o di imprevisto. Anche da parte di Trenord lo sforzo di automatizzare gli annunci di irregolarità nella circolazione a bordo treno (mediante l’utiiizzo di tecnologie gia instailate su gran parte deila flotta) appare minimo».


Intervista a Sara, pendolare legnanese

Le rivendicazioni dei pendolari non sono finite qui: i viaggiatori, già c'erano, hanno voluto togliersi tutti i sassolini dalla scarpa. E quindi hanno continuato analizzando la questione di bonus e ritardi. «Ancora una volta dobbiamo denunciare la scarsa puntualità dovuta anche a persistenti problemi (infrastrutturaii e non) di RFI che continuano ad affliggere ormai da anni il nodo di Milano e le linee afferenti. Inoltre, a cause dei ritardi nel calcolo da parte di Trenord dei parametri relativi ai ritardi del mese di gennaio per l'erogazione del bonus, non abbiamo ancora avuto riscontro da Regione Lombardia circa la mancata assegnazione del bonus alle linee SS, 56 e Milano-Arona-Domodossola. Considerando I'approssimarsi della scadenza del contratto di servizio, cogliamo l’occasione per chiedere di rivedere il calcolo del bonus non più in base all’arrivo del treno alla stazione di termine corsa, ma nelle stazioni intermedie (come previsto dalle normative europee), pesando i ritardi sulia base del numero di viaggiatori colpiti e affidando ad un ente terzo tale calcolo. L’erogazione del bonus rappresenta (almeno in minima parte) un riconoscimento da parte di Trenord delle penalizzazioni che i pendolari subiscono sia a livello monetario come sgradevoli trattenute in busta paga, sia a livello organizzativo della vita personals e familiare!». 

Infine la sicurezza. «Torniamo a fare una riflessione su un tema che purtroppo ha tenuto banco nella cronaca degli ultimi mesi. Sulla sicurezza dei convogli e dei binari si é scritto e detto di tutto, noi preferiamo aspettare che la giustizia individui tutte le responsabilità per gli avvenimenti di Pioltello del 25 gennaio. Tuttavia ci preme ricordare che quello della sicurezza personale sui treni dei passeggeri, ma soprattutto del personale che sui treni lavora, sia una questione tuttora aperta. Nel ribadire la nostra solidarietà e vicinanza a tutte le vittime di aggressioni e alle loro famiglie, noi del quadrante Ovest chiediamo a Regione Lombardia e alle aziende interessate tutti gli sforzi finanziari possibili affinché un capotreno non debba più temere di chiedere ad un passeggero di esibire il biglietto e che un passeggero non debba mai più avere timore di prendere un treno a orari che non siano quelli di punta». 

Tutte tematiche che hanno un punto in comune: «la scarsa attenzione verso l'utente, impensabile per società come Trenord, Trenitalia e RFI che producono utili operando nel servizio pubblico». E per questo i pendolari hanno chiesto all'assessore ai trasporti di Regione Lombardia, un «intervento finalmente serio e risolutivo per toglierci dal grave impasse che oggi affligge iI sistema ferroviario lombardo. Se la pazienza I‘abbiamo persa da un pezzo, oggi abbiamo esaurito anche il tempo, tempo che vorremmo dedicare ai nostri hobby, alle nostre famiglie, tempo che ci consenta di andare al lavoro, a scuola e all‘universita serenamente. Vogliamo che Regione Lombardia, in questo frangente committente ed erogatore del servizio, inizi finalmente ad assumere il ruolo di garante dello stesso senza piu fare silenzio sulle inefficienze sopra descritte, rendendosene partecipe; in considerazicne del fatto che per questo servizio paga oltre 400 milioni di euro all'anno».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Aprile 2018
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