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Maxi spot in piazza: «Pubblicità alla concorrenza»

Epilogo inspiegabile alle iniziative natalizie per il PD - Contrario anche il Movimento 5 Stelle

A Natale siamo tutti più buoni. Ma poi Natale passa, e qualche "strascico" rischia di far discutere ancora a febbraio… É il caso del maxi spot pubblicitario che svetta – e continuerà a svettare fino a metà febbraio – sul "grattacielo" Unicredit, laddove fino a poche settimane fa stava di casa il Calendario dell'Avvento composto dalle opere di Velasco Vitali che tanto è piaciuto ai legnanesi. 

Un «epilogo inspiegabile», secondo il PD, per le iniziative natalizie. Prima di tutto, perchè l'edificio «è classificato come a valore storico e quindi su di esso in base all'art. 3 del "Regolamento comunale per la disciplina della pubblicità e delle affissioni e per l'applicazione dell'imposta sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni" viene fatto divieto di installazione e di effettuazione della pubblicità», come ha spiegato Umberto Taormina in apertura dell'ultima seduta consiliare.

Ma soprattutto perchè "protagonista" del maxi spot è il B.fit, e «tra i servizi pubblicizzati – ha rincarato la dose il consigliere di via Bramante – ci sono i corsi di nuoto, punto dolente per il comune di Legnano e per tutti i comuni soci di Amga». Proprio dal rilancio degli ingressi in piscina e delle iscrizioni ai corsi di nuoto infatti, dovrebbe passare il piano di risanamento di Amga Sport, il cui destino in bilico tra liquidazione e rilancio è ben noto. «Se questa è l’idea di marketing territoriale di Legnano, saremo sempre contrari. Non possiamo accettare che si faccia pubblicità al nostro principale competitor, per di più offerta a basso costo (il vantaggio economico che Palazzo Malinverni ricava dall'operazione si aggira intorno agli 8mila euro, ndr) – ha continuato Taormina –. Il Comune intende per il futuro finanziare con denaro pubblico gli interessi di imprenditori o associazioni private operanti nella gestione di impianti sportivi?». Domande per ora destinate a restare senza risposta, dato che sulle dichiarazioni di apertura non è ammesso dibattito, ma che presto potrebbero diventare oggetto di un'interrogazione consiliare.

Domande che però hanno trovato sponda nell'intervento del Movimento 5 Stelle: «In commissione vi ho fatto una domanda precisa: cosa chiede in cambio la proprietà di quel palazzo? Mi è stato risposto che non chiede nulla, ma stranamente ora c’è un'impalcatura che rimane e che rimarrà lì, perchè questo è il vostro obiettivo: state abituando la città a vedere quella pubblicità lì contro il regolamento, in modo tale che poi possiate farlo accettare cambiando il regolamento. Questo è quello che vogliono fare in città, e lo fanno disonestamente, è questo il problema», ha fatto eco al collega, più di spada che di fioretto, il pentastellato Andrea Grattarola.

Certo, disonestà intellettuale e non disonestà nel senso di reato, come ha chiarito Grattarola dopo essere stato richiamato dal presidente del Consiglio Comunale Antonio Guarnieri ad un linguaggio più consono. Ma intanto la scelta del termine è rimbalzata a più riprese per tutta la seduta, con il consigliere Munafò che ha persino minacciato una querela ai danni del pentastellato.


(m.tajè) Nella discussione in consiglio comunale sul maxi spot pubblicitario, il consigliere democratico Taormina ha fatto chiaro riferimento a un nostro servizio (clicca qui), senza tuttavia citare chiaramente la fonte. Riferimento proposto più di una volta ma senza fare il nome di Legnanonews. Forse sarebbe stata pubblicità anche questa? Eh, già… in centro (dove risiede la sala consiliare) la pubblicità è vietata!

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Febbraio 2018
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