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Rischiare e, a volte, fallire: i segreti dei giovani imprenditori

All'assemblea annuale dei giovani imprenditori, esperienze di successi ma anche di fallimenti...

Un elogio alla follia, la follia di osare per competere nel mondo imprenditoriale. Con questa premessa i giovani imprenditori di Confindustria Alto Milanese si sono riuniti per l’annuale assemblea. Sede dell’incontro il Birrificio di Legnano, dove ad aprire la serata è stata la premiazione degli studenti vincitori dei concorsi “Impresa formativa simulata” e “Management Game”: «Il lavoro che facciamo con le scuole è la base per noi giovani imprenditori», ha esordito Egidio Alagia, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori. Per impresa simulata sono stati premiati i ragazzi dell’Istituto Torno, nel Management Game ad aver successo invece gli studenti del Mendel di Villa Cortese. «Oltre che un gioco è stata un'esperienza che aiuta a conoscerci» ha commentato uno dei giovani premiati.

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La tavola rotonda ha visto poi confrontarsi il proprietario di casa, Mauro Citterio, Stefano Aschieri di Wood’d e Luca Barni, Direttore Generale BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. Citterio ha raccontato della scelta, come Birrificio, di aprirsi alle aziende estere, nonostante il forte radicamento al territorio presente negli arredi del locale. «A un anno dall’apertura, possiamo dire di aver lavorato bene. A breve commercializzeremo la pasta fatta con la birra, ma anche dolci e frolle» ha annunciato. 

Dalle cover in legno nasce invece il successo dei fratelli Stefano e Andrea Aschieri: «Ci siamo evoluti facendo design – ha spiegato Stefano -. Lavorare il legno sembra strano, noi invece abbiamo innovato la distribuzione, cercando di rendere la cover un prodotto cool. Ora esportiamo per l’80% fuori dall’Italia». «Fare una pazzia significa ascoltare l'esigenza del territorio – ha commentato Barni – e puntare sulla persona in un mondo che ormai va veloce e punta sul digitale. Quando mi confronto con i miei colleghi mi sento fortunato a lavorare con un territorio come il nostro perché, quando la crisi ha picchiato duro, lo spirito è stato quello di non mollare mai».

Non si può parlare solo di successi: fare impresa significa anche scontrarsi con il fallimento. Alagia è partito da un'immagine che ritrae un incontro di pugilato dove il campione in carica viene mandato fuori dal ring nel primo round ma poi sarà a lui a vincere la sfida. «Fare impresa oggi è un rischio – ha sottolineato Alagia –, ci vuole passione, creatività e conoscenza. Oggi l'unica cosa certa è il cambiamento. L'importante è essere consapevoli che esistono le sconfitte. Ho proposto questo quadro per far capire che il fallimento arriva ed è inevitabile, ma utile perché ti permette di migliorare». 

«I fallimenti sono inevitabili e vanno celebrati» a dirlo è proprio Montserrat Fernandez Blanco che a Milano si occupa delle FuckUp Night, incontri dove si parla del proprio fallimento per poterne uscire. «Sono una ricercatrice di falliti – ha ironizzato Blanco -. Con il mio lavoro ho capito che ci sono due tipi di persone: quello che nega il fallimento e quello che sa che a volte si perde. Quando fallisci è un esperienza orribile, si soffre. Cosa bisogna fare? Bisogna tornare al lavoro. Questo il mio consiglio».

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Pubblicato il 02 Dicembre 2016
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