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AL CINEMA RATTI, IL DIGITALE MANDA IN PENSIONE LA PELLICOLA

Montato nel piccolo cinema di corso Magenta il nuovissimo proiettore computerizzato - Il macchinario sostituisce la storica bobina...

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Cinema Ratti: proiezione in digitale 4 di 8

La pellicola va in pensione e anche il cinema Ratti entra nell'era del digitale.

E' stato montato  ieri nel cinema di corso Magenta  il nuovissimo proiettore compiuterizzato che sostituirà quello per le bobine, ormai in via d'estinzione.

Un trapasso  storico con il quale sparirà anche un mestiere ricco di fascino e passione, quello del proiezionista.

Giuliano Castoldi (nella foto a sinistra), ha iniziato 40 anni fa a montare le "pizze" (così vengono chiamati in gergo i rulli di pellicole). Allora esisteva ancora il cinema Garibaldi a Canegrate: "E' lì che ho iniziato – ci racconta – poi sono passato al cinema Mignon, dove oggi c'è un negozio di abbigliamento, al Galleria e ancora al Ratti. E' un mestiere affascinante, che richiedeva manualità e tanta passione". Dopo così tanti anni l'operatore non riesce a contare le migliaia di pellicole che ha montato e azionato regalando al pubblico emozioni, pianti e risate. Ricorda però il film per lui più bello, a cui ha dato vita: Pearl Harbur. Dall'alto della sua postazione ha montato anche Via col Vento, il più lungo che ricorda, con tre ore di pellicola e 9 bobine da montare insieme. Un lavoraccio: "Fortuna che il Ratti aveva due proiettori", ci dice l'esperto con una certa nostalgia.

Da settembre ne rimarrà solamente uno, con il quale saranno trasmessi i film più vecchi. Si, perchè quelli nuovi non saranno più impressi sulla pellicola, soppiantata definitivamente dal digitale. Un problema per i piccoli cinema costretti a  dotarsi di costosi macchinari al passo con la nuova tecnologia. Il Ratti è riuscito a sostenere l'ingente spesa (circa 50mila euro) grazie ad un bando della Fondazione Cariplo: "Siamo arrivati al settimo posto, agevolati in quanto sala d'essai e di qualità", ci chiarisce l'operatore. E' anche questo il motivo per cui il piccolo cinema di corso Magenta è resistito all'avvento dei grandi multisala. 

Con il digitale è il computer a fare il lavoro che prima veniva "fatto a mano". Naturalmente bisogna conoscerne i programmi e anche Giuliano Castoldi si è dovuto rimettere a studiare. Il suo insegnante è Massimo Arrigoni (nella foto a destra), fresco di diploma all'Icma di Busto Arsizio e con una grande passione per il cinema: "Durante gli studi Giovanni Castoldi mi ha insegnato a proiettare i film in pellicola. Oggi – ci racconta il giovane – sono io a insegnargli come montare in digitale". Due generazioni che si trasmettono i saperi. E se da una parte si perderà il fascino del gracchiare della pellicola consumata, dall'altro le immagini ne guadagneranno in qualità e nitidezza. 

Il cinema Ratti è  l'unico cinema, insieme al Galleria, ad essere rimasto in città. Ed ha raggiunto l'era digitale proprio grazie alla scelta  controcorrente di continuare a proporre film d'essai insieme ad eventi culturali di  spessore. I cinema Legnano, Mignon e Golden (le mura di quest'ultimo – notizia di questi giorni – sono state messe in vendita), purtroppo, sono tramontati ancora prima che il computer prendesse il sopravvento. 

valeria arini – gea somazzi

Redazione
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Pubblicato il 30 Agosto 2013
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