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LEGNANO IN GUERRA, 1940-43

L’Amministrazione comunale e l’Anpi di Legnano invitano all’incontro

“Legnano in guerra, 1940–43”

I razionamenti, le trenta vittime della bomba del 13 agosto ’43, il dramma dei militari di Legnano dopo l’8 settembre del ’43; arrivano i tedeschi, ritornano i fascisti, inizia la Resistenza

Venerdì 8 novembre

Legnano, Palazzo Leone da Perego

Ore 20.45

Uno dei temi dell’incontro sarà il bombardamento del 13 agosto 1943 su Legnano.

Settant’anni fa bombe a Legnano


Anche Legnano subì gli effetti dei bombardamenti anglo-americani. Caddero su Legnano due sole bombe ma fu una tragedia. Il 13 agosto del ’43, quando Milano subì il secondo attacco devastante in quel mese, una bomba cadde all’incrocio tra via Galvani e via Moscova intorno alle due di notte. Le vittime ufficiali furono esattamente trenta con parecchi feriti. Sei case furono completamente distrutte, un centinaio lesionate.

Tragica la sorte dei figli della famiglia Totè: morirono nello scoppio quattro dei sei figli della coppia. Attilio, il più giovane, aveva solo tre anni.

Come potè accadere uno scempio simile? È necessario dire che le famiglie di questa zona di Legnano (case popolari e villette della Cantoni) erano abituate in caso di allarme aereo a lasciare le proprie case per la totale mancanza di rifugi. In questi caseggiati non c’erano neppure le cantine.

Nel momento dell’impatto le persone coinvolte nello scoppio stavano raggiungendo i boschi che si estendevano al di là del Dopolavoro della Cantoni (oggi Bi-Fit). Un’altra bomba cadde contemporaneamente nel rione Olmina fortunatamente senza conseguenze.

Il pilota inglese che sganciò la bomba apparteneva a uno dei 504 Lancaster o Halifax che martoriarono quella notte il centro di Milano provocando centinaia di vittime. Probabilmente si trattava di due bombe non sganciate sul centro di Milano di cui era meglio disfarsi prima di iniziare il viaggio di ritorno verso le basi in Puglia.

Il caso volle che la bomba cadesse su un gruppo di persone che sperava di evitare ogni rischio abbandonando le proprie abitazioni in quel momento a rischio.

Con queste parole Piera Totè, allora bambina, ha ricostruito quella notte e la scomparsa dei suoi fratelli.

All’epoca del tragico bombardamento su Legnano, che distrusse una parte della mia famiglia, avevo tredici mesi e quindi i miei ricordi mi sono stati trasmessi dalla mamma e dal papà. Abitavamo a Legnano in via Galvani nel cortile dei signori Bonini e la mia famiglia era composta dal papà e dalla mamma che avevano messo alla luce dei figli. Con noi viveva una zia paterna. In ordine era nata mia sorella Carla, poi i fratelli Luigi, Tarcisio e Attilio…

Quella terribile notte dell’agosto 1943 mi salvai per puro caso. Mia mamma mi allattava ancora e, poiché non stavo bene, decise in un primo tempo di far rimanere tutti in casa, malgrado le sirene annunciassero l’allarme aereo. Mia sorella maggiore era terrorizzata dagli allarmi e insistette perché la mamma la portasse fuori casa insieme a tutti gli altri fratellini. Così fecero, lasciandomi sola con il papà che vegliava. Andarono nel solito campo, a poche decine di metri dalla nostra abitazione e lì si unirono ad altre famiglie.

Una conoscente della mamma le suggerì di non lasciare il marito e la sottoscritta in casa poiché il rischio era grande ed in lontananza si sentivano le esplosioni e si vedevano i bagliori del bombardamento su Milano. Alla fine la mamma si convinse e, ritornata sui suoi passi, venne a riprendermi insieme al papà.

Appena il tempo di raggiungere nuovamente il campo e la bomba esplose. La mamma con me in braccio fu violentemente scaraventata ferita contro una recinzione del Dopolavoro Cantoni mentre mio padre perse conoscenza. Dei miei fratelli rimanevano pochi resti.

La mamma, come impazzita, vagò per alcune ore alla ricerca disperata dei suoi bambini e non si diede pace fino a quando qualcuno la convinse a fatica dell’amara verità. Io rimasi miracolosamente viva anche se dovettero ricoverarmi per lungo tempo in ospedale. Ne uscii tutto sommato bene ma con un grosso trauma perché iniziai a parlare solo intorno ai quattro anni.

Anche la mamma non fu più la stessa. Ricordo che durante le principali feste si chiudeva in se stessa e piangeva in continuazione. Arrivava persino ad apparecchiare la tavola come se i miei fratellini fossero ancora vivi. Per anni mia madre fu solo solo una presenza e il suo posto fu preso da mia sorella maggiore che per me divenne come mia madre. Poi nacque un altro fratellino e la salute di mia madre migliorò anche se non ritornò più come prima.

Anche a distanza di 50 anni da quella tragica notte, nel mese di agosto in casa di mia madre non si poteva ascoltare la radio o vedere la televisione, e lei non si concedeva il più piccolo svago. Il tempo per lei si era fermato a quella fatidica notte”.

Giorgio Vecchio, Nicoletta Bigatti e Alberto Centinaio, “Giorni di guerra. Legnano 1939-1945”, 2009, pp. 143-144

Agosto 1943. Apocalisse su Milano

http://www.youtube.com/watch?v=TdvRxWcJuuI

Giancarlo Restelli

Redazione
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Pubblicato il 07 Novembre 2013
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