Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

UNIONI CIVILI: LA RIFLESSIONE DI UN “CITTADINO INVISIBILE”

26 Settembre 2013

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione personale di un cittadino invisibile in merito al regolamento comunale delle Unioni Civili che il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare nella prossima seduta.

Il lettore, che non si firma perché purtroppo l'omofobia è più diffusa di quanto si creda, ha inviato questa lettera alla redazione di Legnanonews con l'auspicio che il suo pensiero possa essere condiviso e comunque ascoltato da chi nei prossimi giorni dovrà decidere per la definitiva approvazione del Regolamento Comunale della Unioni Civili 


Sono un cittadino invisibile.

 Leggo con attenzione sui giornali e sul web della discussione circa il registro delle unioni civili a Legnano. Mi accorgo che dietro le parole di chi si oppone e di chi difende i diritti delle coppie di fatto e in primis delle coppie omosessuali, si nasconde un grande malinteso, un bluff che rischia di rimanere nascosto se non si fa lo sforzo di mettersi dalla parte dell'altro. Sono certo che se si approvasse il registro le pagine del libra resterebbero intonse, come di fatto e successo in tanti comuni che l'hanno adottato. Quelle pagine vuote in verità sono molto eloquenti, parlano di coppie che vivono nel nascondimento Ia loro relazione, che vorrebbero firmare, ma che non lo possono fare per paura dell'omofobia che si declina in tanti modi, dalla violenza che ingombra le pagine della cronaca italiana allo sguardo di disprezzo per un bacia al Parco Castello o per due mani della stesso sesso che si stringono in Piazza San Magno.

Le firme mancate dei registri sono i nomi di chi teme l'emarginazione degli amici, Ia lacerazione familiare o Ia perdita del lavoro. A questi uomini e a queste donne poco importano le agevolazioni fiscali per l'acquisto di una casa o l'apertura di un mutuo. Non firmerebbero neppure se il comune gli regalasse un appartamento! Tuttavia gioiscono per quel piccolo passo di accoglienza, per una timida ma forte conquista della città.

Se anche nessuno firmasse il registro non significherebbe che non ci sono omosessuali a Legnano, o che questa strumento sia inutile, ma paradossalmente che il territorio deve dare un messaggio di apertura e accoglienza a questi cittadini che non si vedono tutelati e riconosciuti. La maggior parte delle coppie omosessuali non è pronta a fare coming out nella propria famiglia o nella cerchia degli amici, soprattutto in una città come Legnano che si chiude dentro i confini delle parrocchie e delle contrade, ma andiamo a sposarci all'estero, consapevoli che non ne trarremo alcun beneficio economico o fiscale.

Dai tanti amici eterosessuali che si sono sposati negli anni non ho mai sentito dire: "Ci sposiamo perchè finalmente possiamo avere Ia reversibilità della pensione, fare insieme I'ISEE e poter decidere l'uno per l'altra in caso di ricovero ospedaliero". Ci si sposa perchè ci si ama. Punto. Ci si sposa per partecipare a un rito presieduto da un'istituzione e partecipato da una comunità di parenti e amici che vede in quella storia non un "legame di chi si vuole bene", ma l'amore. All'inizio di tutto è l'amore riconosciuto come tale, senza sconti e senza declassamenti, cui segue il rito e da cui solo come conseguenza discendono i diritti.

Difendere e dispensare diritti anche agli omosessuali, con o senza il registro (mi riferisco al citato DPR 223189) senza passare per Ia legittimazione sociale sarebbe un grandissimo bluff. Gli omosessuali non cercano benefici economici per l'affitto o l'abbonamento dell'autobus, ma un riconoscimento sociale che non etichetti il loro amore come "legame affettivo", ma come "amore", autentico, vero, pari a quello eterosessuale, legittimo agli occhi della società e della cittadinanza. Ma questa presuppone un preciso schieramento etico e morale, dove nessuno puo mettere da parte Ia propria appartenenza ecclesiale, a meno che non si voglia ammettere e dichiarare di essere controcorrente, dove o si sta da una parte o si sta dall'altra.

Legnano è abitata da molti cattolici amici di omosessuali che nelle mura domestiche si frequentano con sincera amicizia, dove pochi tuttavia sarebbero disposti a esporsi per dire apertamente in un'aula consiliare che anche quella storia e l'immagine dell'amore, al pari di un amore eterosessuale, magari del proprio sigillato dal matrimonio.

Sono passi e traguardi generazionali che indubbiamente sono nelle mani del Parlamento e non c'e altra via che Ia legislatura nazionale per raggiungere una piena legittimazione. Sono convinto che Ia cultura nasca dal basso, anche dalla scelta del Comune di aprire un registro che resterà vuoto ancora per tanti anni. A bene vedere il registro è un piccolo simbolo che esprime una disposizione del territorio, un'accoglienza di base, non una piattaforma di diritti, ma l'affermazione di un valore, seppur disatteso dai vertici del Paese, di cui Legnano puo, se lo vuole davvero, farsi portavoce. Per me che non posso neppure firmare questa lettera e per tanti cittadini legnanesi invisibili anche una sola firma sui registro infonderebbe coraggio e speranza per il futuro.

UN CITTADINO INVISIBILE

Leggete anche: Legnano verso il Registro delle Unioni Civili

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.