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IKEA: “La Regione dica no”

A chiederlo il M5S. La risposta del Pirellone martedì 1 dicembre - "Il nostro territorio non è un bancomat"...

Dopo Rescaldina, ecco che potrebbe cadere un altro tassello nell'accordo di programma su IKEA. "La Regione deve revocare la propria adesione". A chiederlo, senza se e senza ma, è il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario all'insediamento del colosso svedese.

“I cittadini si sono visti piovere dall’alto un centro commerciale che fa gola a pochi e impatterà sulla vita di molti- dichiara Massimo Oggioni, consigliere grillino di Rescaldina e promotore della richiesta in Regione -. Nessuno è stato coinvolto nella decisione, la zona è già ultra cementificata e il centro non porterà benessere. Il nostro territorio non è un bancomat”.

Dopo il no di Rescaldina all'insediamento IKEA, il centro dovrà subire certamente un ridiminesionamento e proprio in questi giorni Cerro Maggiore attende la presentazione del progetto definitivo (qui il link). Ma questo non basta. Il Movimento 5 Stelle chiede alla Regione l'uscita totale dall'accordo.

"In un momento di profonda crisi come questo i piccoli commercianti non riescono a reggere la grande concorrenza e stanno chiudendo rapidamente – afferma Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia -. Le produzioni tipiche o quelle di qualità a filiera corta non sono valorizzate, i centri storici si svuotano. Stando alle stime il progetto di centro commerciale sottrarrà posti di lavoro invece che crearli". Secondo quanto previsto dalla Confcommercio Legnano, ai tempi del primo progetto comprendente IKEA, ipermercato e galleria commerciale, il nuovo insediamento avrebbe generato 841 posti di lavoro, distruggendone però 1085 sul territorio. Il saldo occupazionale, dunque, sarebbe risultato negativo, con -244 unità.

Ma a preoccupare i 5 Stelle non c'è solo il lavoro. L'impatto ambientale è un altro dei motivi principali per il no. "Oltre al danno all’ambiente, cresceranno le previsioni di traffico, i disagi per i cittadini e i costi di gestione delle infrastrutture per le amministrazioni locali – aggiunge Buffagni -. Insomma vogliamo che venga tutelato il territorio e difeso quel poco verde rimasto".

Se la Regione dovesse uscire dall'accordo, Cerro Maggiore rimarrebbe ancora più sola. Per sapere quale posizione prenderà il Pirellone bisognerà attendere martedì 1 dicembre, quando la richiesta dei grillini verrà presentata nell'aula del consiglio regionale.

Redazione
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Pubblicato il 28 Novembre 2015
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