Passate le feste, torna ad accendersi la politica. Ad animare il dibattito sono ancora una volta la farmacia comunale e la sua gestione. Un mese fa, dopo mesi e mesi di rinvii, l'approvazione del tanto discusso bilancio consuntivo 2015 di Amcem, l'azienda che gestisce la farmacia comunale e il servizio di riscossione tributi.

Fratelli d'Italia attacca e suggerisce di «chiudere o vendere la farmacia se non produce utili che possano essere reinvestiti per i cittadini». A FdI, inoltre, non è piaciuta la scelta di nominare apertamente un funzionario comunale non presente durante la seduta di consiglio: «si sarebbe dovuto procedere a consiglio a porte chiuse quando si fa nome e cognome di un cittadino», come era stato proposto nel caso in cui la discussione avesse dovuto esplicitare il nome di un dipendente della farmacia. Il gruppo cerrese di Fratelli d'Italia, poi, torna sul suo ex candidato sindaco, ora consigliere indipendente e supporto fondamentale per la maggioranza, Francesco Spataro. «Spataro aveva detto di votare con la maggioranza per il bene dei cittadini. Ma approvare un documento su cui gli stessi uffici comunali hanno sollevato dubbi è fare il bene della cittadinanza? Secondo noi no. Spataro vuole farsi conoscere e crearsi un'immagine, ma così lo fa in modo anomalo».

Sulla questione farmacia ribatte l'amministratore unico di Amcem Donato Barbano. «La farmacia comunale non va bene, va benissimo e continua a registrare un trend positivo – afferma Barbano -. La farmacia rende: dà servizi al Comune e ai cittadini. E' una realtà in grado di autosostenersi, senza chiedere un euro all'amministrazione, abbiamo acquistato la farmacia da Cea, ci siamo ampliati, abbiamo fatto investimenti, abbiamo cambiato sede, non abbiamo debiti a medio o lungo termine e offriamo ogni giorno servizi alla popolazione. Ogni anno rendiamo 42mila euro di canone al Comune. Se la farmacia non si fosse sobbarcata tutti i costi che ha, arriverebbe a un utile annuo di circa 80-90mila euro».