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Prove di volo per i piccoli rapaci nati al Castello

Mentre a Legnano, i cuccioli di gheppio stanno prendendo dimestichezza nel volo, al “Bosco Wwf di Vanzago”, è tornato il pendolino...

Superato il trauma per i fuochi d'artifico del "Castello infiamme" ecco le prove di volo e di caccia per i piccoli gheppi (Falco tinnunculus) nati questa primavera in una piccola cavità tra le mura del maniero visconteo di Legnano.

La coppia di falchetti, dopo anni di assenza, ha deciso di nidificare nel torrione principale del castello. Una location perfetta, sino alla sera dedicata spettacolo pirotecnico realizzato per la chiusura della "Festa al Castello". Un evento che la famigliola falconidea, a differenza degli spettatori che hanno invaso il piazzale, non ha proprio apprezzato.

Infatti, il rumore causato dai botti arreca un forte disagio ai volati. Per questa ragione, gli specialisti, temono che per la prossima primavera questi volatili non ritornino in città.

Quella del gheppio è una speciale presenza, una conferma di quanto l'oasi del castello sia in buona salute. Questi piccoli rapaci si cibano di topi e altri roditori, di piccoli uccelli, insetti e lombrichi.

Mentre a Legnano, i cuccioli di gheppio stanno prendendo dimestichezza nel volo, al “Bosco Wwf di Vanzago”, dopo 50 anni, è tornato il pendolino (Remiz pendulinus il suo nome scientifico). Secondo l’IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, questa specie è da considerarsi “Vulnerabile” per i criteri e la categoria della “Lista rossa” (leggi qui). Una presenza, quest'ultima, che a lungo andare potrebbe arrivare anche nell'oasi del Castello, dove in questi giorni, gli addetti ai lavori, hanno piantumato un canneto proveniente dal Lago di Varese (leggi qui).

Unico neo resta l'invadente presenza dello scoiattolo grigio "Sciurus carolinensis", ritenuta una delle 10 specie più pericolose al mondo. Nonostante dall’Unione Europea siano arrivate diverse raccomandazioni non si trovano soluzioni al problema del roditore non autoctono. Questa primavera si sarebbe dovuta attivare un'operazioni di censimento della popolazione di scoiattoli presente in città. Servizio mai avviato. Niente di fatto neppure per il tavolo di lavoro tra gli animalisti e gli addetti ai lavori tra cui Sandro Bertolino dell'Università degli studi di Torino che, da tempo, segue il progetto per la salvaguardia dell'autoctono scoiattolo rosso.

Il problema, apparentemente ridicolo, risulta decisamente importante sia da un punto di vista sociale che biologico. I frequentatori del Parco si sono affezionati al roditore che ha scacciato il "fratello" rosso e non tollerano l'idea di separarsi dall'affamato "amico" peloso che ruba le scorte di cibo di quello rosso. Intanto l'espansione prosegue e i vicini di casa Francia e Svizzera hanno già avvisato «se troviamo anche un solo esemplare nei nostri boschi, sarà guerra».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Luglio 2015
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