La Casa della Carità di Legnano, dal 2003 sul territorio, ha aperto le sue porte alla cittadinanza, nell'ambito della Festa dei Frati, per consentire a tutti di visitare la struttura. Un momento per riflettere sui dati allarmanti gestiti dall'ente, al cui interno una sessantina di volontari collabora nella gestione del servizio.

Spaventa l'incremento, nell'ultimo anno, degli ospiti: da 85 a 100-120 circa (erano meno di 40 nel 2003), un numero che oscilla con estrema variabilità, tanto che «non siamo ancora riusciti a capire quali sono i fattori che determinano l'arrivo ogni giorno di persone in cerca di aiuto – ha specificato il coordinatore Paolo Raimondi Evalli –, se l'inizio di settimana o la fine del mese. Su pochi dati siamo sicuri come per esempio lo zoccolo duro che si presenta tutti i giorni o le condizioni meteorologiche che influenzano particolarmente in negativo l'arrivo degli indigenti, i quali si recano al primo rifugio possibile se la struttura risulta a loro troppo lontana».

Dall'inizio dell'anno ad oggi sono 450 le tessere emesse per la mensa, al cui interno vi sono 40 posti a sedere. Tra gli ospiti è il sesso maschile a prevalere in un'età compresa tra i 18 e i 65 anni e quasi la metà sono di origine italiana, anche se con l'arrivo dei profughi l'incidenza degli italiani si è ridotta. Pochi i nuclei familiari, salvo quando si sgomberano i campi rom e gli abitanti delle case si presentano alla Casa della Carità.

Tante le strutture infine a cui si appoggia l'ente caritativo come il Banco Alimentare, la Coop di viale Toselli, l'Ospedale Civico, le scuole, i Lions (ogni settimana donano 35 kg di carne) e il Rotary Club. Un grande aiuto per affrontare le esigenze che il servizio della Casa propone, che va a sommarsi al costo di ogni pasto che si aggira intorno ai 4 euro.

Ma alla Casa della Carità manca ancora una piccolo tassello, che sta cercando di reperire: si tratta di un abbattitore, un importante strumento per portare ancora più risorse alla mensa, in grado infatti di raffreddare velocemente i cibi caldi, per poi conservare il prodotto in frigorifero o nel congelatore.

Manuela Zoni