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“Mensa dei Poveri”, ora ci vanno anche i giovani disoccupati

Rappresentano almeno quasi il 50% dei legnanesi che accedono al servizio offerto tutti i giorni a mezzogiorno dalla "Casa della carità"...

(g.somazzi) – Giovani disoccupati che hanno lasciato il nucleo famigliare e, per vivere, varcano la soglia della "Mensa dei Poveri" di Legnano.

Questo il profilo di una buona parte del 50% di legnanesi che accedono al servizio offerto tutti i giorni a mezzogiorno dalla "Casa della carità".

Ad affermarlo è stato Paolo Evalli coordinatore della "Mensa dei poveri" (nella foto) durante la conferenza stampa di presentazione della colletta alimentare straordinaria prevista sabato 14 giugno in 18 punti vendita del territorio.

La crisi non guarda l'età anagrafica: «Gli ospiti a cui offriamo un pasto caldo non sono solo stranieri approdati in Italia per cercare una vita migliore – ha spiegato Evalli -: il 50% sono legnanesi e una parte sono giovani disoccupati. In questo momento storico sono molti i cittadini che si trovano in difficoltà a causa della perdita di lavoro e si trovano nell'impossibilità di pagare l'affitto e di acquistare beni di prima necessità».

Un dato preoccupante emerso dalla prima fase di tesseramento attuata dalla mensa di via Canova che, con i suoi 120 posti, cerca di dare una risposta sociale alle nuove povertà: «Sono circa 300 i tesserati al servizio: un numero che ha superato ogni mia previsione  – ha dichiarato Evalli –. A fine giugno tutti quelli che hanno fatto l'iscrizione dovranno ripresentarsi per avere la tessera ufficiale così da effettuare un primo colloquio per cercare di capire se vi è la possibilità di accedere ai servizi e uscire dalla situazione di disagio».

Invece, alla nuova mensa della parrocchia Beato Cardinal Ferrari, aperta lo scorso mese di settembre, per ora hanno bussato solo famiglie straniere.

Un primo bilancio è stato accennato da Giorgio Molla responsabile della mensa dell'Oltrestazione (nella foto a lato) che ha spiegato: «Noi, a differenza della struttura di via Canova con la quale collaboriamo, lavoriamo alla sera e ci rivolgiamo ai nuclei famigliari. In questi primi mesi di attività, abbiamo notato che, nonostante il 50% di coloro che accedono alla Caritas parrochiale siano legnanesi e indigenti che arrivano anche dai Comuni limitrofi come Castellanza e Busto Arsizio, stiamo accogliendo solo stranieri reduci dai viaggi della speranza. Ciò significa che che vi è ancora tanto sommerso che non vuole palesare il suo stato. C'è ancora tanto da fare».

Intanto, a fronte delle ultime notizie sugli sbarchi a Lampedusa, le due strutture legnanesi si stanno tenendo pronte ad offrire qualche pasto in più ai profughi che in futuro potrebbero approdare anche in zona.

La speranza, dunque, resta quella di riuscire a realizzare una rete di servizi con gli attori presenti sul territorio per poter aiutare su tutti i fronti i nuovi poveri.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Giugno 2014
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