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CROW FUNDING: IL CO-FINANZIAMENTO CHE FA DECOLLARE LE BUONE IDEE

Lo strumento ha preso piede in America e Uk ma in Italia non ha ancora trovato terreno fertile - A Legnano però un giornalista ci ha già provato...

(v.a.) – "Inocente" di Sean e Andrea Fine è riuscito addirittura a  vincere l'Oscar. Co-finanziato su Kickstarter, il sito di crowdfunding su cui gli utenti contribuiscono economicamente (e in anticipo) alla realizzazione di progetti creativi, il cortometraggio è stato un singolare caso di successo. Ma tanti altri sono gli artisti che in America e negli Stati Uniti sono riusciti a concretizzare i loro sogni artistici grazie ai finanziatori della rete.

Il legnanese Paolo Girotti, è uno di questi. Il giornalista di Legnano ha deciso di co-finanziare  "Obey the Giant"  The Shepard Fairey Story, uno short movie di Julian Marshall dedicato alla vita dell'artista statunitense Sherpad Fairey. Nel cortometraggio il regista (che ha recentemente lavorato anche nella crew di “Moonrise Kingdom”) racconta la storia dell’artista americano noto per il suo manifesto Hope con il volto stilizzato di Barack Obama, diventato l'icona della campagna elettorale che ha poi portato nel 2008 il rappresentante democratico alla Casa Bianca.

Sono quasi 500 gli utenti della rete che hanno cofinanziato il prodotto cinematografico di Marshall, che racconta la storia vera di Sherpad Fairey negli anni in cui era ancora un giovane studente della Rhode Island School of Design, dal 1989 al 1992. Un sistema, quello del co-finanziamento (crow funding), molto utilizzato negli Stati Uniti e in Inghilterra, non solo per l‘arte e il cinema, ma anche per la prima produzione di oggetti destinati poi al mercato. Il meccanismo è semplice: l'artista, piuttosto che la piccola azienda o “l’inventore” di un nuovo prodotto, lancia il suo progetto su portali come Kickstarter, lo associa  ad un somma in denaro utile per dare consistenza all’idea  e  chiede al popolo di internet di contribuire almeno in parte alla sua realizzazione: gli utenti pagano la loro quota solo a raggiungimento della somma minima richiesta, ottenendo poi una “ricompensa”.

"Questi portali – spiega Paolo Girotti – permettono ad artisti emergenti e a qualsiasi persona capace di produrre una buona idea di realizzare prodotti interessanti sottoponendoli immediatamente al test del pubblico. La proposta di Marshall mi sembrava convincente e ho contribuito in minima parte a fare in modo, così come tanti altri micro finanziatori, che si trasformasse in qualcosa di reale. E’ certo vero che In Italia queste forme di co-finanziamento – fortemente frammentato e dunque capace di coinvolgere, anche con cifre irrisorie, un gran numero di sostenitori – faticano a prendere piede, ma potrebbero rappresentare un ottimo strumento per sostenere le nuove idee bypassando gli schemi classici e burocratizzati di finanziamento".

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Maggio 2013
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