25 APRILE: LE DONNE NELLA RESISTENZA
Il contributo dato dalla donne alla Resistenza è stato molto importante, ma finita la guerra è stato in gran parte sottovalutato: procurare cibo e vestiti ai partigiani, confezionarli e portarli loro percorrendo chilometri per raggiungere le postazioni; procurarsi medicine e quindi avere contatti con medici, farmacisti, infermieri; trovare rifugi sicuri nelle case, in campagna, nei conventi, negli istituti religiosi; raccogliere denaro per aiutare donne sole rimaste con i figli, quindi avere contatti con industriali e commercianti: tutto ciò con il costante pericolo della repressione nazista e fascista.
Ma le donne furono anche dirigenti politiche nei CLN, comandanti nelle formazioni partigiane (una brigata di GL ebbe al comando la studentessa Matilde Dipietrantonio). Abbiamo avuto anche distaccamenti composti solo da donne. Cinquecentododici partigiane hanno operato come commissari politici in formazioni maschili. Molto importante fu anche il ruolo svolto dalle operaie negli scioperi del ’43 e del ’44.
Queste sono solo alcune delle iniziative che le donne portarono avanti dopo l’8 settembre del ’43.
La storiografia post ’45 ha invece sottovalutato il ruolo delle donne confrontandolo indirettamente con la figura del partigiano maschio combattente e ignorando che vi furono non poche donne che combatterono al fianco dei partigiani, meritarono ben 17 Medaglie d’oro al Valore (di cui 13 alla Memoria), furono arrestate, torturate, violentate e conobbero la durezza dei lager nazisti.
Alla fine della guerra il voto alle donne (1946) e l’eguaglianza dei due sessi introdotta nella Costituzione furono il traguardo di tanti sacrifici.
Il contributo numerico delle donne alla Resistenza appare impressionante: 35mila partigiane combattenti, 20mila “patriote” (donne che non presero le armi ma collaborarono attivamente con la Resistenza), decine di migliaia di aderenti ai Gruppi di Difesa della Donna.
Tra le donne vi furono 623 morte in combattimento, 1500 deportate nei lager, 4500 arrestate e spesso torturate e violentate.
È tempo di riconoscere il loro valore.
Le donne protagoniste a Legnano
Anche a Legnano le donne furono molto attive durante i venti mesi della Resistenza. Lo dimostrano queste interviste recenti apparse in un bel documentario “Marciavamo con l’anima in spalla”, realizzato dall’Anpi di Legnano grazie al lavoro di Nicoletta Bigatti.
http://www.youtube.com/watch?v=dWvaTC1XkRM
Piera Pattani, staffetta legnanese, racconterà lunedì 22 aprile al Leone da Perego, la sua esperienza nella Resistenza in Valle Olona.
“Nella Resistenza la donna fu presente ovunque: sul campo di battaglia come sul luogo di lavoro,
nel chiuso della prigione come nella piazza o nell’intimità della casa.
Non vi fu attività, lotta, organizzazione, collaborazione, a cui ella non partecipasse:
come una spola in continuo movimento costruiva e teneva insieme, muovendo instancabile,
il tessuto sotterraneo della guerra partigiana”
Ada Gobetti, “Diario partigiano
Giancarlo Restelli
restellistoria.altervista.org/author/admin/
“Nelle umane cose
non ridere
non piangere
non maledire
ma capire”
Spinoza
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