Nessuna fusione con il Club Milano, al Legnano la D toccherà conquistarla con le sue forze sul campo come avevamo auspicato, sempre che non vengano battute altre piste… Secca la smentita del presidente del Club Milano sulle voci ricorrenti negli ultimi giorni, che ha comunque confermato gli incontri con la dirigenza lilla. In una nota ufficiale , il Club Milano per mezzo del suo presidente Guido Marrone ha infatti tenuto a precisare quanto segue: “Le insinuazioni relative a una presunta delibera circa il cambio di denominazione sociale del Consiglio di Amministrazione da me presieduto, sono totalmente false e fuorvianti. Pensare anche solo lontanamente a una denominazione come “Club Legnano”, citato in una fonte di stampa, è offensivo per la gloriosa storia dell’AC Legnano e per chiunque conosca e rispetti l’identità Lilla“.

“La verità è ben diversa: due incontri informali e conoscitivi tra due miei soci e il Presidente del Legnano – persona appassionata, seria e educata – sono stati strumentalizzati per costruire una narrazione del tutto infondata, basata su fonti (ignote) prive di attendibilità (l’articolo non è neppure firmato) – sempre il presidente Marrone – . Come già ribadito in un precedente comunicato, il titolo sportivo del Club Milano non è, né è mai stato, in vendita. La nostra prima squadra ha appena concluso la stagione al nono posto in classifica, schierando la rosa più giovane del girone per età media e conquistando il primo posto nella graduatoria del Premio Giovani D Valore del girone B, oltre al terzo posto a livello nazionale tra le 168 squadre della Serie D. Questi risultati rappresentano una base solida e motivante per affrontare la prossima stagione con determinazione e passione. Lo faremo, come sempre, nel segno della sostenibilità e della valorizzazione dei giovani – in particolare del nostro vivaio e del territorio”.

Secondo noi, una lezione di stile da parte del Club Milano, mentre a Legnano già si festeggiava la scorciatoia verso la serie D. Una lezione che, speriamo, serva a non seguire più un simile percorso e piuttosto a cercarne altri che premino maggiormente il lavoro sin qui svolto da Porro e dai suoi ragazzi.