Con il vento teso, Viva è da top ten a Rimini
L'imbarcazione affiliata UISP fatica nella terza tappa del circuito RS1 ma si riscatta nel finale e resta terza in classifica | In sette regioni arriva il progetto "Differenze 2.0" | Comunicazione: trent'anni fa il documentario "Visioni di gioco"

NOTIZIARIO UISP del 18 giugno 2025
VELA – Viva Spring Sailing Team nella top ten a Rimini
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Un weekend di sofferenza, ma con un finale a testa alta. Si è conclusa a Rimini la terza tappa del circuito RS21 per il Viva Spring Sailing Team, affiliato alla UISP. L’equipaggio ha lottato contro condizioni meteo al limite del regatabile, ma con una grande prova di carattere nell’ultima giornata è riuscito a conquistare un piazzamento in Top Ten e, soprattutto, a difendere il prezioso terzo posto nella classifica generale del circuito italiano.
Le prime due giornate sono state un vero banco di prova per i nervi. «Abbiamo sicuramente sofferto l’aria troppo leggera, che storicamente non è il nostro punto di forza», spiega l’equipaggio. Con un vento debole tra i 4 e i 5 nodi e una forte corrente, alcune partenze imperfette hanno relegato il team in posizioni di centro classifica, con parziali tra il 10° e il 15° posto che non hanno soddisfatto la squadra.
La svolta è arrivata nella giornata conclusiva. Finalmente una brezza più tesa, intorno ai 10 nodi, ha permesso a Viva di scatenare la sua velocità, la stessa che aveva impressionato nelle tappe siciliane. Con due ottimi parziali, il team ha iniziato una decisa risalita in classifica, chiudendo l’evento con un incoraggiante piazzamento tra i primi dieci.
Questo risultato dà grande fiducia per il futuro. «Torniamo a casa con la consapevolezza che c’è ancora
tanto da lavorare, ma anche con la certezza che il gruppo è solido, compatto e non molla mai», conclude l’equipaggio. «Grazie a chi ci segue e ci sostiene sempre. Forza Viva!».
Dall’11 al 14 luglio Viva Spring Sailing Team sarà a Riva del Garda, uno degli spot più belli e tecnici del circuito. L’equipaggio non vede l’ora di tornare in acqua, con vento più stabile e tanta voglia di riscatto.
NAZIONALE – “Differenze 2.0”, il progetto in sette regioni
L’impegno della Uisp contro la violenza e gli stereotipi è costante, a partire da simboli concreti sul territorio come la panchina rossa in piazza De Salvo a Varese. Ora questa battaglia si sposta dalle piazze alle aule con “Differenze 2.0”, il nuovo progetto nazionale che darà a 350 studenti gli strumenti per affrontare le nuove frontiere del fenomeno, come cyberbullismo e revenge porn.
La proposta ha convinto, classificandosi quarta su oltre 500 a un bando della Presidenza del Consiglio, a conferma della validità dell’approccio Uisp. Il percorso, che toccherà sette regioni, non sarà solo teorico.
Come spiega la responsabile Manuela Claysset, il focus sarà sull’esperienza diretta: laboratori pratici e sportivi sul linguaggio del corpo e una campagna di sensibilizzazione creata e gestita dai ragazzi stessi, con la logica della peer education.
Le attività, supportate dai centri antiviolenza locali, partiranno con il nuovo anno scolastico, proseguendo un cammino di consapevolezza che l’Uisp porta avanti con successo da anni.
COMUNICAZIONE – Il calcio che abbatte gli stereotipi
Raccontare la disabilità con un linguaggio autentico. È la formula di “Visioni di gioco”, documentario del 1995 delle registe Nicoletta Nesler e Marilisa Piga, nato quasi per caso dall’idea di raccontare un torneo di calcio per ciechi organizzato dall’Uisp. La loro chiave per entrare in quel mondo è stata l’autenticità. «Ci siamo messe in gioco, divertite con loro, meritando la loro confidenza», spiega Nesler. Un approccio che ha permesso di superare la barriera della telecamera e di cogliere l’emozione pura, trasformando l’atmosfera dello spogliatoio in un racconto di “gioia e rivoluzione”.
Il risultato è un’opera che fa piazza pulita degli stereotipi. Le voci dei giocatori esprimono passione, negli spogliatoi si scherza, l’ingresso in campo è una coreografia di mani sulle spalle, mentre i corpi in gioco seguono una loro grazia invisibile. Perché il calcio? «Ci aiuta a muoverci meglio, in campo e fuori», rispondono gli atleti. Il torneo diventa così un confronto con gli altri e un modo per orientarsi, smentendo i luoghi comuni e dimostrando che la comunicazione sociale non è un genere, ma un modo per svelare la realtà.
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