Influenza in arrivo a fine ottobre, il prof Rusconi: “Giochiamo di prevenzione con il vaccino”
Secondo gli esperti circoleranno virus aggressivi e vi sarà un picco tra gennaio e febbraio. Avviata la campagna vaccinale sul territorio. Il picco dei casi in Italia potrebbe verificarsi tra gennaio e febbraio

Tra fine ottobre e inizio novembre è atteso l’arrivo dell’influenza stagionale e secondo gli esperti circoleranno virus aggressivi e vi sarà un picco tra gennaio e febbraio. Questo secondo i dati epidemiologici regionali (Influnews) riferiti alla stagione 2024-2025. A confermarlo è il professor Rusconi, responsabile dell’Unità di Infettivologia dell’ASST Ovest Milanese, che invita la popolazione ad «attuare la prevenzione con piccoli accorgimenti igienico sanitari. Bisogna poi ricordarsi che vaccinarsi contro l’influenza – spiega – aiuta a ridurre il rischio di contagio, a limitare la diffusione del virus e a proteggere sé stessi e le persone più fragili della comunità. In particolare, la vaccinazione è efficace nel prevenire complicanze gravi come la polmonite». Le prime campagne vaccinali antinfluenzali sono già partite sul territorio. Nei giorni scorsi, come comunicato dalla Regione i vaccini sono stati somministrati prima a donne in gravidanza, bambini e ragazzi tra i 6 mesi e i 17 anni, over 60, lavoratori per i quali il vaccino è raccomandato. Poi dal 13 ottobre sarà estesa a tutti. Da segnalare poi che per consentire una copertura più ampia possibile, soprattutto nelle categorie fragili è stata attivata la collaborazione delle farmacie e dei medici di base.
Stagione influenzale
Le previsioni per la stagione 2025 si basano sui dati provenienti dall’emisfero australe, in particolare dall’Australia, dove è stata registrata una circolazione sostenuta dei virus influenzali A/H3N2 e B/Victoria, noti per la loro capacità di aggirare parzialmente la risposta immunitaria. Il picco dei casi in Italia potrebbe verificarsi tra gennaio e febbraio, ma la diffusione potrà variare in base alle condizioni climatiche, agli spostamenti durante le festività natalizie e alla riapertura delle scuole. Secondo il prof. Rusconi, tra i virus attesi, oltre a quelli influenzali, figurano «il virus respiratorio sinciziale (RSV), che colpisce soprattutto i bambini ma può interessare anche gli adulti, e i virus parainfluenzali come adenovirus, rinovirus e coronavirus non SARS-CoV-2, che provocano forme più lievi come raffreddore o febbre di breve durata». Nonostante l’emergenza sanitaria sia ormai superata, il Covid-19 non è scomparso. «In circolazione è presente una nuova variante denominata Stratus (KFP), appartenente alla famiglia Omicron – afferma Rusconi -. I sintomi sono generalmente più lievi: mal di gola, raffreddore, talvolta febbre, ma il virus può ancora provocare complicanze nei soggetti fragili».
I sintomi e la durata
L’influenza vera e propria ha un’incubazione di 2-3 giorni e si manifesta con febbre alta, dolori muscolari, spossatezza e disturbi respiratori. Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve in 5 giorni, anche se la stanchezza può persistere più a lungo. Le forme virali più leggere hanno un esordio più graduale ma possono durare fino a 10 giorni. In caso di sintomi influenzali, la prima strategia resta l’automedicazione responsabile, con un uso corretto di farmaci da banco antipiretici o antinfiammatori. Nei pazienti più fragili o in presenza di sintomi importanti è opportuno eseguire un tampone per il Covid e, se positivo, valutare con il medico l’eventuale impiego di farmaci antivirali, da iniziare entro i primi cinque giorni dall’esordio dei sintomi. Come ricorda Rusconi la vaccinazione antinfluenzale, «spesso sottovalutata, resta uno strumento chiave per limitare la diffusione del virus e prevenire forme gravi».
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