Uno studio firmato da medici legnanesi salva i pazienti colpiti da infezione durante i ricoveri ospedalieri
Da un caso analizzato dal prof. Antonino Mazzone e altri colleghi dell'ASST Ovest Milano una soluzione conferma la necessità di rafforzare la prevenzione, migliorare l’appropriatezza delle terapie antibiotiche e agire in modo rapido quando i segnali diventano critici

E’ firmato da diversi medici del nostro territorio uno studio scientifico pubblicato su Frontiers in Immunology che esamina come negli ospedali italiani la percentuale di pazienti che sviluppano un’infezione durante il ricovero è in costante crescita. Infatti, i valori in alcune strutture arrivano fino al 10%. All’indagine hanno collaborato Antonino Mazzone, Paola Faggioli, Marianna Galeazzi, Carlotta Ferrari, Francesca Capelli, Chiara Marchesi, Lucia Marchionni, Laura Castelnovo, Antonio Tamburello, Eugenio Capparelli, Cristina Campidelli.
«Il problema principale – ha spiegato il prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area Medica dell’ASST Ovest Milanese ai colleghi della rivista online Sicilia medica – è rappresentato dal fatto che spesso i batteri sono resistenti agli attuali antibiotici. Di conseguenza, a parte l’utilizzo di antibiotici nuovi, è fondamentale iniziare correttamente una terapia e soprattutto agire tempestivamente»
Il caso sul quale si è concentrata l’attenzione ha avuto protagonista una paziente di 41 anni, immunodepressa per patologie autoimmuni, colpita da una grave forma di setticemia che porta alla morte nel 90% dei casi: «La situazione ha richiesto l’uso combinato di due farmaci biologici, eculizumab e emapalumab, non ancora disponibile in Europa, rilasciato in uso compassionevole. Con questo approccio, la paziente oggi sta bene. Un caso – la conclusione del prof. Mazzone – che conferma la necessità di rafforzare la prevenzione, migliorare l’appropriatezza delle terapie antibiotiche e agire in modo rapido quando i segnali diventano critici».
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