La gestione del covid non solo sotto il profilo scientifico, curativo ma anche da un punto di vista delle emozioni è stata al centro di un convegno in Sala Stemmi di Palazzo Malinverni, a Legnano, oggi sabato 11 novembre. “Una Città, un Ospedale, working for hope”, il titolo dell’evento che ha visto relatori medici, operatori sanitari, mondo del volontario, moderati dal prof. Antonino Mazzone, direttore  del Dipartimento di Area Medica e Continuità Assistenziale della ASST Ovest Milanese.

Con l’apertura del dott. Fulvio Odinolfi direttore generale del sindaco di Legnano Lorenzo Radice, l’argomento covid è stato introdotto dal dott. Cesare Candela direttore sanitario. A Legnano, ricordiamo, soprattutto nel 2020 abbiamo avuto sei punti in meno rispetto i decessi della media mondiale, ma è stato nel 2021 l’anno in cui l’impegno e il sacrificio di tutto il personale è stato premiato dal 50% in meno di morti, se confrontati sempre con quanto accaduto nel mondo. Una dimostrazione dell’impegno messo in corsia da tutto il personale.

“Noi eravamo in tensione costante, coscienti del problema, ma ci veniva tuto con una serenità così che il nostro lavoro si svolgeva sufficientemente in maniera tranquilla, pur con tutte le difficoltà enormi che incontravamo ogni giorno  – così il dott. Pierangelo Clerici all’epoca direttore del Dipartimento di Microbiologia – . C’era un coinvolgimento globale di tutto l’ambiente. Oggi c’è un pre e un post covid. La pandemia ci ha insegnato moltissime cose, Dobbiamo far sì che il covid resti una esperienza che ci ha fatto crescere“.

L’aspetto emozionale è stato invece espresso da Samantha Conti, coordinatrice infermieristica, “rappresentante di un personale instancabile nell’assistere i pazienti, dimenticando riposi e ferie”, questa la definizione del prof. Mazzone: “Spesso, quando raccolgo racconti di colleghi vedo i loro occhi luccicare di commozione, tanto è rimasto in loro di quei mesi vissuti così intensamente”. Dai primi ricoveri alle procedure da attivare in tempi stretti, dalle protezioni con cui isolarsi dal contagio al contatto con il paziente in momenti sia drammatici che di maggior sollievo. Una testimonianza che ha racchiuso in sè tutto un mondo di professionalità e di assistenza quasi impossibile da dimenticare. Ricordi intensi raccontati anche da Laura Castelnovo che ha raccontato il ruolo del clinico e di Virginia Porta soffermatasi sull’esperienza del rianimatore. A chiudere i lavori, con uno sguardo propositivo, è stato il prof Stefano Rusconi a capo del reparto Malattie Infettive dell’Asst Ovest Milanese. L’infettivologo nel tracciare l’identità del virus SARS-CoV-2 e le “armi” terapeutiche a disposizioni, ha sottolineato l’importanza del protocollo etico biologico frutto dell’esperienza condivisa durante la pandemia: «Un risultato importante da tenere in considerazione anche in futuro».

Durante la mattinata, anche la presenza di Mario Mantovani con un richiamo regionale per alimentare un percorso in grado di sostenere una ventina di ospedali d’eccellenza, lasciando ad altre strutture il compito di gestire le Case di Comunità.