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Telemonitoraggio del paziente Covid-19, non solo tecnologia avanzata ma anche una migliore erogazione dei servizi

Due sono attualmente i malati dimessi dall'ospedale di Legnano che si trovano sotto controllo da remoto. Potenzialmente i sanitari potrebbero monitorarne 40

Ospedale Legnano Telemonitoraggio

Al via nell’Asst Ovest Milanese il telemonitoraggio del paziente Covid-19 appena dimesso e in isolamento domiciliare. Due sono attualmente i pazienti che si trovano sotto controllo da remoto, ma  l’Ospedale di Legnano potrebbe monitorarne 40 direttamente nelle loro abitazioni. Una novità importate presentata oggi, 15 febbraio, dalla dottoressa Gabriella Monolo direttore sociosanitario dell’Asst Ovest Milanese.

Anzitutto, questo tipo di sorveglianza clinica, che in media dura 14 giorni, si svolge in accordo con i medici di Medicina Generale attraverso una piattaforma della Regione Lombardia e prevede la distribuzione di un kit utile per il monitoraggio: uno smartphone, un saturimetro, un termometro a infrarossi, uno sfigmomanometro e un misuratore per la frequenza respiratoria.

«Queste procedure – spiega la dottoressa Maria Jose’ Rocco dirigente delle professioni sanitarie Sitra – sono state sviluppate in concerto con Regione Lombardia e di certo porteranno, in un prossimo futuro, alla realizzazione di una vera e propria medicina di prossimità».

Il progetto si sviluppa su solide fondamenta promosse nel reparto di Medicina guidato dal professor Antonino Mazzone direttore Area Medica che, coinvolgendo i medici di famiglia, aveva avviato esperienze di telemedicina con pazienti cronici tra cui quella sperimentale del 2015 dedicata ai malati di diebete. Persone che presentavano scompensi cardiaci, ipertensione arteriosa, insufficienza respiratoria e anche diabete. Quadri clinici complessi che, mediante questo sistema, sono stati monitorati in maniera efficace tanto che gli stessi utenti hanno espresso la loro soddisfazione per un netto miglioramento nel rapporto tra paziente e medico. Una tecnica quest’ultima attuata sotto la supervisione della dottoressa Paola Faggioli, dirigente medico di Medicina Interna, ed indirizza verso il controllo dei pazienti affetti da osteoporosi. L’obiettivo per il medico è «costruire una nuova medicina incentrata sul paziente».

L’uso della telemedicina, in questo periodo pandemico, è stato utilizzata anche dalla dottoressa Laura Pogliani, direttore Pediatria e Neonatologia, per l’osservazione e il controllo di bambini positivi al Covid -19 (20 neonati totali), oltre che per il monitoraggio da remoto delle patologie diabetiche in età pediatrica.

«La telemedicina è stata una importante opportunità per continuare le nostre attività – ha precisato la dottoressa -, ci ha permesso non solo di seguire da remoto le neomamme, ma anche di monitorare 30 giovani affetti da diabete mellito». In questo contesto è stato portato l’esempio di un caso clinico: quello di un 14enne diabetico che a causa del lockdown non ha potuto raggiungere l’Ospedale e attraverso la telemedicina «è stato possibile monitorare i suoi livelli di glucosio – ha spiegato il medico -. Il risultato è stato positivo».

La telemedicina, quindi, non è solo tecnologia, ma è soprattutto organizzazione nell’erogazione dei servizi ed integrazione fra le figure professionali ed i livelli di cura e di assistenza. Proprio per questo, la dottoressa Monolo ha evidenziato come «l’uso di questa pratica abbia permesso di mantenere collegati medici e pazienti nel corso dell’attuale emergenza pandemica permettendo nel contempo di accelerare lo sviluppo della sanità digitale. Un percorso che porteremo avanti anche in futuro».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Febbraio 2021
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