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Medici legnanesi scoprono una proteina contro gli effetti del Covid-19

Il gruppo di lavoro ha pubblicato uno studio su una rivista scientifica tra le più quotate e autorevoli a livello internazionale.

Generico 2018

Sono medici legnanesi i protagonisti di un gruppo di lavoro che ha firmato una recente pubblicazione dal titolo ”Decrease of non-classical and intermediate monocyte subsets in severe acute SARS-cov 19 infection” – apparsa su “Cytometry 2020”, rivista scientifica tra le più quotate e autorevoli a livello internazionale.

Si tratta dei dottori Arianna Gatti, Danilo Radrizzani, Paolo Viganò, Antonino Mazzone e Bruno Brando. Nel loro impegno contro l’infezione da Covid-19 che continua a diffondersi in tutto il mondo, aggravando il numero dei morti,  hanno evidenziato che l’infezione da Coronavirus modifica in maniera significativa i globuli bianchi, determinando linfopenia ed un cambiamento sull’assetto dei monociti.

Sono tre i momenti patogenetici importanti, come spiega il prof. Mazzone, direttore del dipartimento di Area MedicaASST Ovest Milanese: infiammazione con rilascio di citochine infiammatorie; vasculite con infiammazione soprattutto dei piccoli vasi dovuti all’adesione dei monociti all’endotelio; tromboembolia in vari distretti, ma soprattutto a livello polmonare.

Pertanto, l’osservazione diretta sui pazienti ha dimostrato che questi meccanismi patogenetici sono efficacemente contrastati dall’azione del Cortisone (attivita’ antiinfiammatoria), dal Tocilizumab (attivita’ antivasculitica), e dell’Eparina (attivita’ antitrombotica).

Anche un ulteriore studio del gruppo medico-scientifico: Antonino Mazzone, Laura Castelnovo, Antonio Tamburello, Federico Gatti, Bruno Brando, Paolo Faggioli e Nicola Mumoli, “Monocytes could be a bridge from inflammation to thrombosis on Covid-19 injury: a case report”- e apparso su “Thrombosis update 2020” è stato coordinato dal Prof. Antonino Mazzone. In questo testo, gli autori, hanno dimostrato che il “CD11b una beta due integrina” aumenta significativamente la sua espressione nell’infezione da COVID. Questa è una proteina importantissima perché funge da recettore dove si attacca il complemento.

«E’ la proteina dell’infiammazione – prosegue il prof. Mazzone – ed è responsabile dell’adesione del monocita all’endotelio che sviluppa vasculite. Il CD11b è anche il recettore del fibrinogeno del fattore X della coagulazione dunque è un ponte tra i tre momenti patogenetici della malattia da Covid-19. Pertanto, questo spiegherebbe l’efficacia e la bontà dei farmaci utilizzati. A conferma, studi sperimentali su animali ha evidenziato che l’uso di anticorpi monoclonali anti CD11b fanno regredire completamente il danno polmonare».

«Aver identificato questa proteina è sicuramente un ulteriore passo avanti nel comprendere adeguatamente i meccanismi patogenetici del Covid-19, al fine di migliorare l’approccio terapeutico dei pazienti, una volta che la malattia colpisce i polmoni», la conclusione del medico legnanese, diventato uno tra i medici di maggior riferimento per una analisi di come sia trattata la cura del Coronavirus nei nostri ospedali.

Redazione
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Pubblicato il 17 Settembre 2020
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