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L’ospedale di Legnano al centro dell’Endoscopia

Anche la sala operatoria del reparto di neurochirurgia del nosocomio cittadino diventa sempre più tecnologica con fibre ottiche, strumenti di "neuronavigazione" in 3D e trapani angolati...

(g.somazzi) – La sala operatoria del reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Legnano diventa sempre più tecnologica con fibre ottiche, strumenti di "neuronavigazione" in 3D e trapani angolati. Sofisticate apparecchiature che permettono un intervento personalizzato in relazione al paziente, se si tratta di un adulto oppure di un minore.

Dopo due mesi, i presidenti del congresso mondiale  Endomilano 2014", relativo alle tecniche endoscopiche, il primario di Neurochirurgia del nosocomio cittadino Davide Locatelli (primo a sinistra nella foto) e i medici Paolo Castelnuovo, Giorgio Frank ed Ernesto Pasquini, a Milano, alla presenza del direttore sanitario del nosocomio di Legnano Massimo Lombardo,  hanno tirato le conclusioni della sesta edizione dell'evento.

L'azienda ospedaliera legnanese è così risultata tra i pochi centri nazionali specializzati in interventi minivasivi realizzati attraverso il prezioso lavoro multidisciplinare di diversi specialisti. Un traguardo raggiunto grazie alla professionalità del primario Locatelli che, nell'arco di un anno dal suo insediamento, ha realizzato una piccola rivoluzione nel presidio ospedaliero cittadino portandolo al centro della chirurgia endoscopica.

Tecnica non limitata soltanto al trattamento delle patologie endonasali: «Oltre al basi-cranio – commenta il prof. Locatelli – è possibile raggiungere per via endoscopica anche il cranio nella parte più alta e la colonna spinale con accessi estremamente piccoli ma che consentono di asportare lesioni importanti e anche curare malformazioni neonatali garantendo una miglior qualità della vita».

Dunque,  un metodo che permette di operare casi di tumori in sedi complesse e scomode apportando benefici anche in termine di sopravvivenza riducendo la degenza, le terapie riabilitative e favorendo un più rapido recupero lavorativo, ma anche un ridotto carico economico e sociale per la collettività.

Secondo Paolo Castelnuovo, uno dei quattro presidenti di EndoMilano 2014 e direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica all’Università dell’Insubria-Varese, le nuove tecnologie «sono state fondamentali nella cura del paziente, sia in ambito diagnostico che chirurgico. Perché hanno dato un’enorme possibilità di ottimizzazione della visione del campo chirurgico interno, grazie all’utilizzo delle fibre a visione grandangolare presenti nelle telecamere in Full-HD, con la possibilità di avere 4 o 5 settaggi che si adattino al tipo di tessuto che si sta osservando anche in presenza di maggiore sanguinamento, il sangue assorbe la luce e rende scuro il campo operatorio. Una possibilità, questa, che rende personalizzabile al 100%».

Oltre a questo, le strumentazioni più innovative consentono di neuronavigare nel corpo umano: «Un aspetto, questo, molto importante – ha commentato il prof. Locatelli – ovvero l’innovativa possibilità di localizzare la punta dello strumento all’interno del campo chirurgico sfruttando la percezione del campo magnetico che permette di utilizzare le immagini radiologiche nelle 3 proiezioni spaziali riducendo il rischio che il chirurgo “si perda” in un campo operatorio angusto e pieno di insidie come quello naso-sinusale e del basi cranio. Inoltre, la recente introduzione di TC e Risonanza magnetica all’interno della sala operatoria, permettono di seguire passo passo l’asportazione tumorale e di “ricalibrare” durante l’operazione il navigatore».

La speranza, infine, è migliorare la tecnologia 3D così da permettere all'occhio bionico del chirurgo, cioè l'endoscopio, di poter operare con maggior facilità e precisione.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Giugno 2014
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