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La maggioranza a Legnano si divide sulle fontanelle del parco. Un terremoto oppure solo uno scricchiolio?

Tutte da scoprire le conseguenze della votazione che ha spezzato la coalizione al governo della città. Brumana e la Fondazione Palio di Legnano: "L'amministrazione non ha resistito alla tentazione di esibire il suo potere"

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Gongolano le minoranze, dopo il consiglio comunale di martedì sera, 7 dicembre, in cui per la prima volta la maggioranza si è divisa in una votazione. Già bollente in tema Fondazione Palio, a dispetto del clima prenatalizio, la seduta ha varcato ulteriormente i limiti di un dibattito pacato proprio nell’ultima mozione. Quella messa in discussione da un presidente del consiglio, Umberto Silvestri, in ripetuta difficoltà nel tenere a bada consiglieri (più presenti da remoto che in aula) spesso agitati. Lui diceva si applicare solo il regolamento. Loro lo accusavano di incapacità nel gestire situazioni delicate.

La votazione che ha indotto sette esponenti della maggioranza a non seguire l’indicazione data dal sindaco ha avuto come oggetto la mozione presentata dalla Lega Salvini Premier per riparare le quattro fontanelle presenti nel parco Falcone Borsellino. Nel documento si legge che non funzionano dal 17 ottobre scorso.

Sembrava scontata una votazione unanime, quando nel dibattito, ruvido in alcuni momenti, è intervenuto il sindaco Radice che ha individuato nella affermazione della consigliera Daniela Laffusa («noi lavoriamo tanto e voi invece ci volete manipolare») un insulto tanto grave da fargli cambiare idea e da proporre un voto d’astensione: «Dopo tutto quello che abbiamo sentito, adesso ci portiamo a casa l’offesa di essere dei manipolatori. Io – ha affermato Radice – non metto il mio voto tra quelli a favore della mozione, anche perchè questa votazione, per l’amministrazione, non cambia nulla».

Nemmeno un intervento pacificatore di Letterio Munafò (FI) è servito alla causa di una condivisione sul tema: «Siete caduti nel ridicolo. Signor sindaco, siamo all’asilo mariuccia? Noi stiamo governando una citta di 60mila abitanti, con bilanci che a volte fanno venire i brividi. Non si può ragionare così come sta avvenendo.  Mi auguro in un ripensamento e che tutti voteremo a favore».

Appello inascoltato. La mozione è stata si approvata ma, oltre ai voti delle minoranze, ecco quelli di Amadei, Pigni, Sambati (Partito Democratico), Pontani e Scheriani (Insieme per Legnano – Legnano Popolare), Garavaglia e Monti (riLegnano). Una divisione inaspettata che, in vista di prossimi, impegnativi, impegni consiliari, richiederà in maggioranza un confronto ad ampio raggio. Una cosa è dividersi sulle fontanelle di un parco, un’altra su argomenti di maggior spessore.

E mentre continuano a risuonare le accuse dell’altra sera verso la maggioranza perchè “autoritaria”, “permalosa”, “vergognosa”, oggi ecco il post di Franco Brumana (Movimento dei cittadini) sui social a calcare ulteriormente la mano. Deluso per la discussione sulla Fondazione del Palio di Legnano, sintetizziamo così il suo commento: «Radice ha dichiarato la sua contrarietà agli emendamenti suggeriti e la sua maggioranza, come al solito ha ubbidito (più o meno, ndr…). Non era immaginabile che il sindaco e chi con lui era stato protagonista della proposta della fondazione privilegiassero una tutela esasperata della propria immagine agli interessi del Palio e della città. Non era sopportabile per loro l’idea di riconoscere che quanto avevano elaborato non fosse perfetto. Non hanno inoltre resistito alla tentazione di esibire il loro potere. Ritenendo che il disprezzo per la legalità, dimostrato già in altre occasioni da questa giunta, non possa essere tollerato e meritasse un segno evidente e simbolico di protesta , non ho partecipato alla votazione».

In un clima poco natalizio, la Fondazione Palio di Legnano trova la sua natività

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Dicembre 2021
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