Il cardinale Mario Delpini, a Nerviano. L'arcivescovo di Milano è arrivato per la prima volta in paese dopo la sua nomina. L'occasione è stata quella del festeggiamento di alcuni anniversari di ordinazione sacerdotale e Santo Stefano, patrono a cui è dedicata la Parrocchia.

Ad accogliere la guida spirituale della arcidiocesi di Milano una Chiesa colma di persone. «Sono qui per festeggiare dei sacerdoti che hanno in questa giornata l'anniversario della loro ordinazione, per festeggiare dei sacerdoti che sono esempio per la comunità, per festeggiare una comunità che ha dato tanto a queste persone – ha spiegato Delpini nella sua omelia –, ma anche e soprattutto per fare un appello: siate tesimonianza di Gesù. Alzatevi, rispondete alla chiamata, siate donne o uomini, giovani o anziani, siate esempio, siate voi i cristiani del futuro». L'arcivescovo ha ricordato la figura di Santo Stefano, martire per la sua fede: «Santo Stefano difatti fallì la sua missione, ma la portò a compimento, ed è un esempio per i cristiani di oggi. Il compimento è l'aver dimostrato la sua fedeltà fino alla fine, non è l'applauso mondano, ma la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, darà in quel Giorno a chi è rimasto fedele. Oggi la percezione dell'impopolarità dell'annuncio evangelico persuade a far tacere, ma la Chiesa ricorda che è meglio essere fedeli a Dio che dipendere dall'approvazione degli uomini».

Prima della Santa Messa, il sindaco Massimo Cozzi ha donato all'arcivescovo un libro sulla storia del Monastero degli Olivetani e un Co Quadar, il tipico dolce nervianese.