21 Dicembre 2023

Buongiorno,

Sono la mamma di un bambino frequentante la scuola Primaria San Francesco d’Assisi di Vanzaghello.
La nostra scuola, così come la scuola dell’Infanzia comunale e la scuola secondaria, ha il servizio di ristorazione appaltato dal Comune all’azienda Dussmann.

In questi giorni ci è giunta comunicazione che per venerdì 22 dicembre 2023 è confermato uno sciopero della ristorazione collettiva che interessa anche i nostri plessi.
È stata pertanto annunciata una VARIAZIONE DEL MENU’ che, “onde evitare sprechi alimentari dovuti a forti difficoltà nella gestione dei pasti previsti”, prevede per tutti:
_Pasta olio e grana
_Formaggio spalmabile
_Spinaci al forno
(praticamente un menù da carcerati).

La Commissione Mensa, quale portavoce dei genitori, ha immediatamente chiesto a Dussmann di poter invece prevedere una variazione al menù che, conciliando possibili difficoltà dovute a mancanza di personale, non penalizzasse i bambini e le famiglie (che altrimenti si trovano a pagare un buono pasto intero a fronte di un menù indubbiamente più economico e insoddisfacente). Ha proposto, pertanto, di servire della pizza (che viene preparata da un fornitore esterno non interessato dallo sciopero e, in caso di mancanza di personale, può anche essere distribuita in autonomia dalle insegnanti).
Tuttavia, è stato risposto che “la pizza mal si adatta ad una giornata di numeri incerti”.
Pare ovvio che chi eventualmente sciopera non siano i bambini, ma il personale di Dussmann e che, quindi, i numeri previsti siano quelli abituali (e non “incerti”).

Di fronte a questa modalità di sciopero (evidentemente concordata con i Sindacati) che prevede comunque la necessaria presenza di personale sia per la preparazione che la distribuzione del pasto e al contempo penalizza ingiustificatamente i bambini (nel loro ultimo giorno di scuola, che dovrebbe essere di festa) e i genitori (che sono gli unici a non poter agire per le rivendicazioni dei lavoratori), viene spontaneo chiedersi se possa considerarsi legittima.
È evidente che una iniziativa porta come uniche conseguenze un ingiustificato guadagno da parte della ditta appaltatrice e un’ingiusta penalizzazione degli utenti.
I lavoratori interessati, davvero pensano di poter rivendicare i propri diritti senza neanche rimetterci un’ora di paga e al contempo facendo guadagnare il datore di lavoro contro cui dovrebbero protestare? Davvero si può pensare che dei Sindacati che concordano una tal modalità di sciopero stiano realmente operando per “difendere i lavoratori”?

Ormai viviamo in un mondo in cui ci si fa serenamente calare dall’alto decisioni prese per interessi altrui, mascherate addirittura da “gentili concessioni”, e il tutto nella complicità (o al limite nel silenzio) delle istituzioni. E così, anche quando si avrebbe il diritto di protestare, si pensa che semmai debbano essere “gli altri” a farlo. Gli “altri” a rimetterci. Gli “altri” a non allinearsi (se proprio vogliono). Naturalmente pagandone le conseguenze. E non ci si rende conto che questi “altri” sono in realtà i propri figli, nipoti, amici, conoscenti. E se ci rimettono loro, indirettamente ci rimettiamo anche noi.

Ma forse questi sono solo “i deliri” di una mamma che vede tutto andare a rotoli e vorrebbe un mondo diverso per suo figlio. Un mondo più giusto. Un mondo più onesto. Un mondo più “umano”.

Allora forse hanno ragione loro.. quelli che restano immersi nel proprio individualismo apatico. Va bene così. D’altronde, in questo modo “tutti” (o quasi) son soddisfatti e con la pancia piena… tranne i bambini naturalmente.

Lara