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PALIO: CONTINUA IL DIBATTITO SULLE "DISTANZE" TRA SIENA E LEGNANO

20 Agosto 2009

LETTERA N°1
Vorrei tornare sul palio di Siena e sulla vicenda del canape. Il paragone avanzato da Legnanonews mi sembra fuori luogo in quanto, in questo caso, lo stesso è stato calpestato e trattenuto dai cavalli della Giraffa e dell'Istrice, così come spiegato da Cianchino durante la trasmissione in diretta di Canale Tre Toscana, mentre da noi il canapo non è caduto per il contrappeso inadeguato o per le dimensioni e il peso del canapo ridotti.

lettera firmata

LETTERA N°2
Caro Direttore, ho letto la lettera che ha ricevuto sulla vicenda del canape e di conseguenza la sua risposta (leggi qui).

Sono pienamente d’accordo con la sua risposta.
Legnano dista, per cultura paliesca, da Siena anni luce. Ricordo che a Legnano che nel maggio 2006 fu sospeso un Palio perché un fantino rimase fermo alla mossa e la propria contrada non fece altro che invadere il campo e far sospendere il palio. Lo stesso fatto accaduto domenica a Siena, Contrada dell’Onda, fantino Mulas, lasciati al secondo canapo, girati verso il Palazzo comunale, ha comportato solo delle proteste verso il mossiere e il sindaco fatte al termine del palio dai maggiorenti della contrada. Nessun contradaiolo dell’Onda è entrato sul tufo. Anzi, hanno accettato la mossa, sapendo che non era valida.

Questa è la vera cultura del Palio. Come da encomio sono state le due contrade che durante la provaccia, sempre a Siena, hanno avuto problemi con il canape e relative cadute dei fantini. Nessuna contrada e nessuno dei due fantini ha protestato.

La fortuna nel Palio conta molto. Si può “comperare” tutti, ma alla fine, se la giornata nasce sotto un cattiva presagio, non si può dare la colpa al canape. E’ solo questo che i contradaioli di Legnano devono imparare da Siena, l’educazione paliesca e il rispetto per le Autorità che gestiscono il nostro Palio.

Lettera firmata



LETTERA N°3

In riferimento al vostro articolo sulla caduta al canape della prova generale della Contrada Pantera e della Contrada Lupa e nello specifico a riguardo dell'affermazione ‘Come, il giorno del Palio, nessuno (fantino, dirigenti, contradaioli) ha contestato in Piazza direttamente il mossiere per una partenza considerata da tutti falsa’, a Siena il mossiere è SEMPRE scortato VELOCEMENTE dalla polizia fuori dalla piazza, soprattutto in situazioni come quella accaduta alla Contrada dell'Onda.

Anche il cambio della busta per la ricerca di un allineamento fattibile, dopo la constatazione d'impossibilità del primo, è una pratica oramai passata in disuso tra i mossieri poiché creerebbe troppi malumori tra i contradaioli delle contrade che, ipotizzando, si vedrebbero entrare tra i canapi invece che vicino allo steccato accanto al verrocchino o addirittura di rincorsa.

Confrontare Siena con Legnano per comportamento dei contradaioli è inopportuno, Siena ha dei meccanismi etico-contradaioli che Legnano non può disporre, Siena ha irradicata dentro il suo popolo il Palio, a Legnano il Palio è molto sentito ma come scriveva il vostro sito e come si legge dal sito ufficiale del palio a Legnano è considerata una kermesse folkloristica, e su questo ci sarebbe una lunghissima considerazione che non è il momento di affrontare ma che farebbe capire come il paragone sia inadeguato. Inoltre a Legnano probabilmente è stato affrontato il caso del canapo perché ha tolto una vittoria molto probabile della Contrada San Domenico, a Siena non se n'é parlato il giorno dopo perché il giorno dopo c'era il Palio, ma il giorno dopo del Palio se n'é parlato eccome sia del mossiere che della Contrada dell'Onda penalizzata; anzi non se n'é parlato solo il giorno dopo ma sono bensì 5 giorni che in rete, in tv e sui quotidiani La Nazione e Corriere di Siena, oltre che a vari giornali come Gazzettino di Siena o altre riviste del ‘dopo Palio’, che se ne discute con interviste a fantini, mossiere, capitani, contradaioli: ADDIRITTURA IL CORRIERE DI SIENA HA PUBBLICATO I COMMENTI CRITICI SUL PROFILO DI FACEBOOK DEL QUOTIDIANO DA PARTE DEI CONTRADAIOLI.

Cosi dopo che al Palio di Fucecchio è stato criticato Renato Bircolotti vi sono state discussioni in merito al suo operato e a quello degli organizzatori dal lunedì fino a luglio con le decisioni di sanzione. Detto questo la morte del ‘miglioramento’ è il silenzio, meglio una forte critica piuttosto che un popolo succube degli eventi, altrimenti, ahimé, credo che i legnanesi senza queste critiche che hanno animato anche i decenni scorsi non sarebbe il palio di alta fascia che è oggi.

Matteo Barozzi

La terza e ultima lettera non aggiunge nulla sulla inopportunità di un paragone, a livello di Palio, tra Siena e Legnano. Noi per primi ne siamo convinti e l'abbiamo pur scritto a chiare lettere. Il solo confronto possibile (e anche questo è stato detto e ridetto) risiede sulla fatalità di certi episodi .

Piuttosto, al sig. Barozzi, facciamo presente che il  modo di criticare legnanese, a volte, è avvenuto in tempi e modi inadeguati. La seconda lettera, quella di un conosciuto contradaiolo legnanese, lo rileva molto bene e ci trova concordi.

Un'altra annotazione. Il Palio di Legnano è ‘anche’ folclore, ma non solo. A Legnano, esiste una cultura storica legata al Palio, decisamente radicata nelle nostre contrade. Il Palio, a Legnano, non è solo corsa (come invece avviene a Siena). La manifestazione si è elevata , infatti,  anche per una profonda passione collegata sia agli studi sul Medioevo, sia al rifacimento degli abiti d'epoca. La recente mostra di Mantova, dedicata a Matilde di Canossa, ha visto la partecipazione del nostro movimento, unico in Italia ad essere invitato a un evento di tale spessore internazionale.

Affermare che il Palio di Legnano, quindi, è cresciuto perchè i nostri contradaioli hanno saputo esprimere critiche in maniera forte (e non sono stati succubi degli eventi) è decisamente penalizzante per tutti noi.
LEGNANONEWS


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