O noi o loro: “Medio Oriente, terra della discordia e dei rancori”

13 Giugno 2025
Il Medio Oriente con il suo fascino, le sue bellezze naturali, le sue culture, e le sue religioni , ha da sempre attratto l’ attenzione e gli interessi di noi Europei, e oggi di parte delle maggiori potenze mondiali , USA Russia, Cina, Arabia Sauditi, Giordania Egitto Iran , Siria, Turchia, Israele. E’ diventato pensiero comune che dalla notte dei tempi essa sia la terra della discordia e dei rancori , portando in dote i propri torti e le proprie ragioni. Il conflitto attuale si focalizza sulla striscia della terra di Gaza che si colloca tra Egitto ed Israele coi suoi 360 kmq una superficie circa il doppio della città di Milano confinando a sud con l’Egitto (un confine lungo 11km) e ad ovest con Israele (51km), affacciandosi sul mar mediterraneo per 12 km di costa, una piccola regione costiera che ospita all’ incirca due milioni di persone ma risulta essere la più densamente popolata del pianeta. Entrambi i popoli rivendicano il diritto di Patria in quella striscia di terra che considerano la loro. I Palestinesi rivendicano il diritto di uno stato indipendente nei territori occupati da Israele dal 1967 , gli Israeliani affermano che Israele è la loro terra. La diaspora tra Israele e Palestina parte da lontano, alla fine del XIX secolo la terra di Palestina era parte dell’impero Ottomano e prima ancora nel ottavo secolo attrasse le mire del popolo Assiro, di seguito Babilonesi , Persiani, Greci Romani, tra l’ 11 e 13 secolo fu teatro delle crociate tra il 1516 e 1517 d.c. fu ammesso all’impero Ottomani fino all’ inizio del 1900. I Sionisti ( movimento ebraico politico che vuole riconosciuto uno Stato ebraico in terra d’Israele), ha origine bibliche e trova la sua identità politica nel 1897 col primo congresso a Basilea, promuovendo l’ idea del ritorno del popolo ebraico in terra d’ Israele promessa da Jahvé, che corrisponde grosso modo all’ attuale terra di Israele. La dichiarazione di Balfour 1917 resa dal Governo britannico, prevedeva il riconoscimento dello Stato ebraico in terra di Palestina, il che portò l’ emigrazione di un consistente numero di Ebrei nella regione. Dopo la seconda guerra mondiale la pressione internazionale aumenta per la costituzione di uno stato d’ Israele sovrano ma non Palestinese . Nel periodo mandatario e alla vigilia della scadenza del mandato britannico, nel maggio 1948 la commissione speciale dell’ ONU proponeva all’ assemblea generale delle Nazione Unite che approvava ma non all’ unanimità ( tra questi parte degli stati Europa Occidentale), la spartizione della regione Palestina e il riconoscimento di due stati sovrani, quello di Palestina e quello d’ Israele, il 14 maggio 1948 veniva proclamato lo stato d’ Israele , la Svizzera lo riconobbe nel 1949 . Il 21 maggio 1967 un attacco armato israeliano occupava la penisola del Sinai e la striscia di Gaza. Nel 2012 l’ ONU riconosce la striscia di Gaza parte integrante dello Stato della Palestina, in entità semi autonoma , il 25 gennaio 2006, nell’ autorità nazionale Palestinese tra libere elezioni democratiche legislative in Palestina, più volte rinviata a causa dell’invasione israeliana e problemi organizzativi, ufficialmente detto, ma in verità la preoccupazione era un’altra, la possibile vittoria nella regione di Gaza dell’ islamista Hamas, in forte crescita dal 2005, a elezioni avvenute l’ esito fu in favore di Hamas raggiungendo la maggioranza assoluta nella regione di Gaza le presidenziali nell’aerea autogovernata Palestinese vedono Hamas col 45%, Fatah 41,93%, FPLO4’5% , Hamas è l’ amministratore della Palestina, perseguendo la politica del riarmo in preparazione al massacro dell’ ottobre 2023. Una terra contesa dai due popoli rivendicando il diritto di una terra che considerano la Patria storica promessa da Dio per il popolo Ebreo , terra Araba per il popolo Palestinese, a torto o ragione.
Nei fatti ad oggi tra le due parti emerge la politica non del confronto, non della dialettica, il no alla possibilità di un vivere comune, pur mantenendo il proprio credo religioso, il proprio modo di vivere nella propria cultura, ma bensì s le parti hanno lavorato ad alimentare le diversità, l’ intolleranza dell’ uno nei confronto dell’ altro, l’odio di massa, la reciproca volontà di annientamento dell’uno o dell’altro popolo , nel credo “ O NOI O LORO”, questo modo di pensare non lascia ben sperare ad altre soluzioni che non dipendano dalla guerra. Di recente il presidente degli Stati Uniti propone per chiudere il conflitto A) la chiusura dei combattimenti, B) la consegna della striscia di Gaza passi di mano da Israele agli Stati Uniti, C) l’ intera popolazione Araba palestinese provata, stremata, martirizzata, dalla lunga guerra fosse deportata altrove, forse o in Egitto E Giordania o la dove ci sia la possibilità ad accoglierla, ma dove? Visto che tutti li amano ma nessuno li vuole, a contorno della torta Ronald propone come primo capo dello stato di ricevere con tutti gli onori Benjamin Netanyahu con a suo carico il mandato d’ arresto della corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e crimini di guerra , e perché non invitare HAMAS?. CHE differenza c’è tra loro. OGNUNO per propria scelta e convinzione, per propria responsabilità ha commesso continua nella sua opera criminale di annientamento sistematico dei civili, invece di buttare acqua sul fuoco butta benzina come se ce ne fosse bisogno. Insomma tradotto, per Ronald Trump e la sua amministrazione, usando lo scudo come necessità umanitaria , è l’ opportunità politica e economica, quella di prendere il controllo “ di un investimento fatto nel tempo” di un bellissimo pezzo di terra e oggi ridotto dalla guerra ad un cumulo di macerie invivibile, e quindi, il Popolo Palestinese non avendo altro che l’ alternativa per la sua sopravvivenza di lasciare questa terra oggi inospitale, in una terra un po’ più lontana, dove non c’è tutto questo pericolo, come dire ( tolto il dente tolto il dolore) in modo che si possa avviare nella striscia un processo di riqualificazione ambientale e farlo diventare un grande sito immobiliare, insomma una nuova riviera romagnola di proprietà e responsabilità USA.
Se è pur vero che la Nazione palestinese è un invenzione relativamente recente, quando l’insieme Egitto, Siria e Arabia Saudita, attaccarono lo Stato d’Israele all’indomani dell’11 maggio 1948, non di certo pensavano di creare una realtà per un popolo Nazione Stato, bensì semplicemente pensavano di dividerselo. Insomma questi palestinesi tutti li amano ma nessuno li vuole, il risultato è di un popolo martirizzato ma ai grandi della terra va bene così, ma pur una soluzione ci deve essere anche se pur piccola deve essere percorsa.
Nauhaun Goldman Ben padre degli ebrei pensava che fosse necessario ripensare all’intera questione di sovranità sovranazionale in una direzione possibilmente federalista e perché no a modello Elvetico. Questo pensiero condiviso sia dalla maggior parte della popolazione sia araba che israeliana fu alienata dagli estremisti fondamentalisti, integralisti da parte arabe a da altra parte delle destre e da interessi politici e religiosi internazionali . Per superare questo impasse , serve adoperarsi per costruire un processo culturale , morale e civile nel rispetto e nel limite proprio nei confronti degli altri . Suona una musica stonata che un popolo, una nazione come lo è ISRAELE che ha subito nel corso della storia persecuzioni e rischio d’ annientamento al diritto di esistere oggi e per qualsiasi siano le sue ragioni neghi il diritto di esistere al popolo palestinese. Non ininfluente oseremmo dire , è la questione della città di Gerusalemme e rimane il nodo più complesso del processo di pace israeleo-palestinese . L’importanza della Città Santa con le tre religioni monoteiste congiuntamente alla differente composizione della popolazione e alle sue caratteristiche storiche dei luoghi considerati Patrimonio del’ Umanità alla risoluzione dell’ enigma che diventa più complesso nello scenario internazionale riguardo ad una intesa di pace, entrambe le parti rivendicano Gerusalemme come propria e capitale. Noi socialisti del circolo culturale Giacomo Matteotti crediamo che la questione deve trovare la sua soluzione nell’ indirizzo a suo tempo auspicato da Goldman Ben di un Stato Sovrano Sovranazionale federale ti tipo elvetico che implichi il riconoscimento dello Stato di Gerusalemme, lo Stato Arabo palestinese lo Stato ebraico d’ Israele, invitiamo tutti a riflettere su questa pur piccola possibilità di riappacificazione tra le parti.
Socialisti Circolo Culturale Giacomo Ovest Milano Metropoli
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