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Festival Sanremo, le pagelle della seconda serata, tra promossi e rimandati

Tornano le pagelle con un pizzico di ironia di Luca Mondellini

Sanremo 2023, la seconda serata

Prosegue il racconto da Sanremo, anche quest’anno osservandolo da Oltre il Festival a Villa Nobel, quartier generale delle Radio Mediaset e non solo.

Si parte con “Grazie dei fiori” un’abile toppa alla scena della prima serata con Blanco. Il resto è un susseguirsi di piccoli frammenti di intrattenimento la cui punta massima è stato il trio delle meraviglie: l’Ariston è diventato un Palasport tutti in piedi e cellulari accesi! Andavo a cento all’ora, Se bruciasse la città, Mattino, Rose rosse, Scende la pioggia, Felicità. Che bello vederli cantare, sorridere, canticchiare le canzoni degli altri. Grandi professionisti e amici. E il teatro canta con loro, anche a casa. Mentre Al Bano canta “E’ la mia vita” Morandi e Ranieri sono seri e commossi. Alla fine di questa mezz’ora di puro spettacolo, ogni altro commento sarebbe superfluo: li vorremmo in gara tutti e tre.

Il resto è stato solo un contorno: la Fagnani risulta quasi simpatica, nel corso della serata si è sciolta dimostrando una bella padronanza. Drusilla con Pegah e Drusilla sul palco i diritti negati in Iran è stato un bel momento tutto sommato, semplice, non lungo e pomposo, che purtroppo non ha inciso così tanto per colpa del solito megalomane Fedez che dalla Costa Smeralda con il suo freestyle insulta tutti come sa fare solo lui. Nek e Francesco Renga passando gli anni ma sono ancora sul pezzo, chapeu!

Arriviamo alla gara:

Will: aprire la serata non è facile e questo si sente tutto, per il resto un tiepido brano, che prova ad essere dolce ed emozionante. Un tentativo non incisivo.
Modà; mi aspettavo sicuramente di più, uguale a tutte le altre canzoni, nulla di diverso.

Sethu: musica potente, solo quella, parole inaudibili.
Articolo31: forti, carichi, con energia. Quel che serve. Sono rimasti fedeli a sé stessi e sono cresciuti, più maturi ma senza perdere la loro identità.

Lazza : è sul pezzo, bello tosto, anche se autotune a pioggia.
Giorgia: un pezzo che non parte. Una cantante pazzesca, con una canzone non giusta per lei, anche se complessa. Giorgia ha una brutta canzone che non la valorizza, la sua voce meravigliosa sembra stridula!

Colapesce Dimartino: pezzo dance che in live non rende quanto nella versione da studio, comunque sul pezzo!
Shari: no dai, direi proprio di no, una modulazione strana, disturbante.

Madame: speravo di più, molto di più da lei. Oggi conosciuta a Villa Nobel mi ha sorpreso come persona, gentile e disponibile con tutti. Il pezzo merita di essere approfondito anche perché la ragazza non è mai banale!
Levante: in live debole, purtroppo. Versione studio una spanna in più. Grande eleganza ma basterà?

Tananai: questa volta porta un classico pezzo sanremese. Si è sanremizzato, anche troppo, quasi da sentire la mancanza della carica dello scorso anno.
Rosa Chemical: ero molto prevenuto invece spacca! Ogni anno serve una punta di trasgressione (e se non c’è Achille Lauro c’è lui). Retorica finale a parte, è una bomba. Tormentone facile.

LDA: assurdo pensare che sia il figlio di Gigi D’Alessio, perché sa davvero cantare, anche bene! Uno che sul palco sembra godersela. Il pezzo nulla di incredibile.
Paola & Chiara: avvolte nella carta alluminio tornano sul palco con un pezzo dance. Invecchiano, bene ma non benissimo, ma sanno essere sul pezzo! Tormentone facile.

A domani!

di
Pubblicato il 09 Febbraio 2023
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