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Legnano calcio: Munafò e il presidente venuto da lontano

Avvenuto il passaggio di consegne, il Legnano calcio parlerà romano. Giovanni Munafò, dirigente da 7 anni, lascia dopo una promozione e due secondi posti in serie D. E' stato un bravo presidente

calcio lilla

Con l’incontro pubblico di mercoledì sera, 23 novembre, si è chiusa l’era della famiglia Munafò al Legnano calcio. In sette anni, gli ultimi (ma non dimentichiamo nemmeno quelli con papà Letterio vice presidente durante la gestione Villa), il presidente Giovanni Munafò ha raccolto una promozione in serie D e due secondi posti. Numerosi gli acquisti in ogni stagione per presentare squadre in grado di ben figurare. Un continuo arricchimento dirigenziale nel tentativo, risultato alla fine vano, di un profondo coinvolgimento della città. Un impegno economico mai sbandierato, ma sostenuto senza mai manifestare rammarico alcuno. In questo percorso, la dirigenza ha anche commesso errori, ma quando, dopo un secondo posto, quello dello scorso campionato, l’ultima campagna abbonamenti ha superato di poco le 100 tessere vendute come non riflettere sul futuro proprio e della società?

A pesare sulla decisione di cedere la proprietà, ultimamente, le critiche considerate immeritate e ingenerose. Giovanni è stato un bravo presidente. Non è detto che questa esperienza, sicuramente positiva, non gli serva per affrontare nuove e stimolanti sfide in città.
Ha saputo conciliare l’autonomia dirigenziale e le pressioni della tifoseria. Non ha mai fatto mancare nulla alla squadra. Non si è fatto trascinare in polemiche, nemmeno quando esisteva qualche motivo. La critica su una società inesistente, come accaduto ultimamente, è apparsa così esagerata da un tifo che, come avviene ovunque e in qualsiasi categoria, chiede sempre non il massimo, di più.

Il neo presidente del Legnano calcio Montanari si presenta:”Gioco per vincere, non per pareggiare”

Come già accaduto e, ahinoi, i risultati non sono stati mai brillanti (ma non potrà essere sempre così, giusto?) adesso i lilla hanno di nuovo un presidente venuto da… lontano, ma davvero lontano. Tra gli extra lombardi, eravamo fermi alle auto targate Repubblica San Marino. Oggi, ci spingiamo più giù,  fino a Roma. Inutile fare facile ironia. Questo è quello che il calcio attuale offre, un presidente che si dividerà tra Siena e Legnano. E, per favore, evitiamo di parlare di calcio e di palio accomunati per forza di cose. Emiliano Montanari ha capito subito, a Siena, che il Palio è una cosa seria. Di sicuro lo rispetterà a Siena, così come a Legnano.  Ma basta imporgli di stringere rapporti con l’ambente contradaiolo, come suggerito più volte durante l’incontro di mercoledì. Qui a Legnano è venuto per fare calcio e solo questo. Sarà già un bell’impegno. Non affibbiamogliene altri.

«Non sono un marito con un’amante, ma un padre che aveva adottato un figlio e adesso ne ha adottato un altro». Il neo presidente ha fatto la battuta ai tifosi senesi, apparsi “gelosi” per l’acquisizione del Legnano, dopo aver preso la proprietà del Siena. Ma tra i due “figli” non ci saranno rapporti. Poco importa, rispondiamo noi come hanno fatto i tifosi bianconeri per la loro parte. Importante è il Legnano, il resto non conta. Giusto?

In questa vicenda, resta però un altro punto di domanda, irrisolto. Perchè è saltata la trattativa legnanese?

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Novembre 2022
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