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Mario Principe della Cgil Ticino Olona: “Lo sciopero è l’unico strumento che hanno i lavoratori”

Pensando ai lavoratori incontrati Mario Principe, segretario della Cgil Ticino Olona ha sottolineato l'importanza dello strumento dello sciopero. E forse lo ha fatto anche in risposta allo sconforto che a volte trova spazio nei posti di lavoro

Presidio in piazza San Magno con Cgil Ticino Olona

«Nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, nelle RSA, negli ospedali, nei magazzini. Abbiamo ascoltato storie, preoccupazioni e rabbia». Pensando ai lavoratori incontrati Mario Principe, segretario della Cgil Ticino Olona, durante il suo intervento effettuato in occasione dello sciopero proclamato venerdì 12 dicembre ha sottolineato l’importanza dello strumento dello sciopero. E forse lo ha fatto anche in risposta allo sconforto che a volte trova spazio nei posti di lavoro. Richiamando un percorso collettivo che nasce dall’ascolto delle problematiche raccontate dai lavoratori Principe ha ricordato lo sciopero non è una scelta leggera né automatica. «Costa soldi, costa energie, costa spiegazioni alla famiglia, al capo, a te stesso». Eppure resta una scelta necessaria, perché «se non difendiamo noi il nostro futuro, chi lo farà? Nessuno verrà a salvarci».

Al centro del discorso c’è la difesa di un diritto fondamentale. «Scioperiamo anche perché chi governa sta provando a mettere le mani sul diritto di sciopero», afferma il segretario della Cgil Ticino Olona, sottolineando come ogni tentativo di limitarlo venga spesso giustificato in nome della tutela dei cittadini. «Ma non è mai così: quando si limita lo sciopero è perché si vuole un lavoro più debole, persone più zitte, un conflitto ridotto a una formalità: questo inaccettabile». Perché lo sciopero, ribadisce Principe, «è l’unico strumento che hanno i lavoratori per potersi difendere» ed è uno strumento che viene pagato direttamente da chi lo esercita, non imposto ad altri.

Nel suo intervento, Principe richiama anche la storia del movimento sindacale, lontana da una narrazione fatta solo di vittorie. «La storia del sindacato non è la storia di chi vince sempre. È la storia di chi non smette mai. Ogni sconfitta – aggiunge Princioe – lascia un insegnamento, ogni caduta prepara la prossima vittoria, ogni lotta costruisce terreno. La tentazione di dire “basta, non cambia nulla” e arrendersi è la cosa che fa più comodo a chi vuole un lavoro debole, a chi vuole un Paese dove le persone non si organizzano, non partecipano, non alzano la testa».

Lo sciopero, quindi, non è solo difesa ma anche costruzione. Una costruzione che per Principe «richiede generazioni che lavorano insieme» e che dà senso all’esistenza stessa del sindacato. «Il sindacato serve. Serve eccome. Non solo quando sciopera. Serve tutti i giorni». Serve quando rinnova contratti poco visibili, quando difende una lavoratrice discriminata o un lavoratore sospeso ingiustamente, quando si oppone a un licenziamento o accompagna un’azienda in crisi «senza lasciare nessuno indietro». Serve, soprattutto, perché «senza il sindacato le persone sarebbero sole. Completamente sole. Davanti al datore di lavoro, davanti alla burocrazia, davanti ai contratti pirata e alle ingiustizie quotidiane». Quello di Principe è forse un messaggio profondamente politico nel senso più ampio del termine: «La solitudine è la condizione perfetta per chi vuole approfittarsi del lavoro. Il sindacato esiste per rompere quella solitudine. Per trasformare centinaia di io da solo non posso farcela in un noi possiamo farcela».

Qui Prinicpe ha portato l’esempio della Nms di Nerviano i cui lavoratori attraverso il sindacato, i presidi e le manifestazioni sono riusciti a bloccare la procedura del licenziamento collettivo. «Il sindacato, la CGIL ha il dovere ogni giorno di scegliere, assumere responsabilità, difendere il lavoro e i lavoratori, come tutte quelle volte che firmiamo un contratto, come quello della Igiene ambientale, dei metalmeccanici o della Gomma plastica, in assenza del quale molti non avrebbero niente, ci facciamo avanti quando di fronte a dei licenziamenti o una annunciata chiusura di una azienda non ci arrendiamo, lottiamo fino alla fine anche quando intorno a noi non ci crede più nessuno, come il centro ricerche di Nerviano che oggi invece contro tutti i pronostici ha un nuovo futuro davanti a sé grazie alla battaglia della CGIL insieme ai lavoratori, ed è potuto succedere perché non ci siamo arresi neanche davanti ad un colosso finanziario cinese la vertenza non è conclusa fino a quando tutti i lavoratori non saranno al sicuro a seguito del loro passaggio alla nuova società! Oggi i licenziamenti sono stati ritirati… quindi se lotti può succedere. L’alternativa è la rassegnazione. Ma se ti rassegni hai già perso. E noi non ci rassegneremo mai».

Sciopero Cgil: dalla piazza di Legnano la voce della ricercatrice Laura Radrizzani della Nms Nerviano

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Dicembre 2025
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