Diagnosi energetica: le imprese chiedono chiarezza sui benefici, professionisti affidabili e supporto economico
Presentata nei giorni scorsi la ricerca sul fabbisogno energetico presentata nei giorni scorsi al Castello dal professor Jacopo Bonan, docente dell’Università degli Studi di Milano
Sono 48 le imprese legnanesi che hanno partecipato in modo completo alla ricerca sul fabbisogno energetico presentata nei giorni scorsi al Castello dal professor Jacopo Bonan, docente dell’Università degli Studi di Milano. Lo studio, realizzato con la professoressa Giovanna D’Adda, è stato al centro del convegno “Energia per le imprese e sostenibilità per le Città”, promosso dal Comune nell’ambito del Local Green Deal.
La ricerca, durata da maggio a novembre, si è basata su questionari online. Su mille aziende invitate, 102 hanno risposto, ma solo 48 risposte sono state considerate affidabili. Tra queste imprese, 26 hanno chiesto una diagnosi energetica e al momento solo 6 sono state completate. Dal campione emerge che il 67% delle imprese coinvolte è composto da aziende con 1-9 dipendenti. Il 15% ha tra 10 e 24 dipendenti, il 12% tra 25 e 49. Per quanto riguarda i settori di attività, il 49% opera nei servizi, costruzioni, ospitalità e libere professioni, il 23% nel commercio, il 15% nella manifattura e il 13% nell’artigianato. Il 22% delle imprese aveva già effettuato una diagnosi energetica. Tra queste, il 51% ha poi realizzato interventi di efficientamento negli ultimi cinque anni, riguardanti soprattutto illuminazione, impianti di climatizzazione, fotovoltaico e isolamento.
Costi percepiti troppo alti e scarsa conoscenza degli incentivi
La ricerca ha puntato anche a individuare le barriere che ostacolano gli investimenti in efficienza energetica. Il 51% degli imprenditori che non ha mai investito in questo ambito indica come prima motivazione altre priorità aziendali. Seguono la percezione che i costi superino i benefici, la scarsa conoscenza delle tecnologie, l’assenza di incentivi economici, l’incertezza normativa e la difficoltà a trovare professionisti qualificati. In particolare, le principali barriere alla diagnosi energetica sono: costi percepiti troppo alti, mancanza di competenze, liquidità insufficiente e ostacoli burocratici all’accesso al credito. Tra i benefici riconosciuti da chi ha già effettuato una diagnosi: maggiore consapevolezza dei consumi, risparmio sui costi dell’energia, miglioramento dell’immagine aziendale e vantaggi competitivi legati alla sostenibilità e alle certificazioni.
Imprenditori e aspettative future
Il 62,5% degli imprenditori del campione è uomo, il 70,8% ha un livello di istruzione inferiore alla laurea e il 75% è proprietario dell’attività. Il 91% ritiene importante che l’azienda abbia un impatto positivo sull’ambiente. Solo il 20,3% prevede un impatto significativo del cambiamento climatico sulla propria impresa, mentre il 56,2% lo considera di secondaria importanza. Il 65% ritiene probabile un aumento delle restrizioni ambientali: per il 37,5% sarà un’opportunità, per il 27% un rischio.










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