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Crisi Freudenberg di Rho, l’azienda apre agli ammortizzatori sociali e al subentro di altre realtà

L'azienda al tavolo regionale ha espresso la volontà di ridurre l’impatto sui dipendenti del sito produttivo di Rho

Generico 17 Nov 2025

L’azienda Freudenberg in crisi per prima per il Covid poi per i dazi di Trump, ed ora pronta a chiudere il sito produttivo di Rho, si è dichiarata aperta a soluzioni come ammortizzatori sociali e subentro di altre realtà imprenditoriali. È quanto emerso oggi, giovedì 20 novembre, durante il tavolo regionale al quale hanno partecipato sindacati e i rappresentanti dell’azienda la cui decisione mette a rischio 42 lavoratori, ossia famiglie del territorio. «Siamo riconoscenti ai 42 lavoratori dello stabilimento di Rho che hanno sempre dimostrato una vera e propria devozione al lavoro – affermano i vertici dell’azienda Freudenberg – e confermiamo che siamo aperti a valutare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali o comunque a trovare altre soluzioni, come il subentro di altre realtà imprenditoriali, che possano ridurre l’impatto sui dipendenti del sito produttivo di Rho». Parole che sono state espresse durante l’audizione convocata d’urgenza dalla Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale presieduta nell’occasione dalla vice Presidente Silvia Scurati (Lega) per attenzionare in tempi brevi la situazione del sito produttivo di Rho che, per via della decisione dell’azienda di delocalizzare la produzione negli Stati Uniti e in Slovacchia, ha annunciato a breve la chiusura dei battenti.

Martedì 18 novembre la Consigliera Michela Palestra (Patto Civico) aveva portato in Aula del Consiglio Regionale una mozione urgente, sottoscritta da tutti i Capigruppo consiliari di maggioranza e minoranza e approvata all’unanimità, sollecitando la Giunta ad attivare un tavolo di crisi regionale dopo l’annuncio di chiusura dato lo scorso 5 novembre dalla società produttrice di filtri industriali per turbine. Secondo quanto emerso in Commissione, la decisione aziendale è legata a criticità economiche internazionali: instabilità post pandemia, aumento dei costi energetici, inflazione e, in parte minore, anche l’introduzione di dazi che avrebbero costretto l’azienda a decidere di spostare la produzione negli stabilimenti esistenti negli Stati Uniti e in Slovacchia, per aumentare i margini di utili, potendo contare su volumi produttivi più alti, a fronte anche in di un mercato italiano in calo.

Nel corso del dibattito sono stati ascoltati: i rappresentanti sindacali di Fillea Cgil Milano e Cgil Lombardia, il Sindaco di Rho Andrea Orlandi, Carlo Bianchessi della Direzione Generale Sviluppo Economico di Regione Lombardia e Alessandro Fiori della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro, uniti dalla volontà comune di «sondare tutte le strade possibili per venire incontro ai bisogni delle famiglie colpite da questa notizia e preservare un’eccellenza industriale lombarda che esiste dagli anni Ottanta». Sono intervenuti i Consiglieri Carlo Borghetti (PD), Simone Negri (PD), Michela Palestra (Patto Civico), Paola Pizzighini (Movimento 5 Stelle) e Onorio Rosati (AVS).

La Regione

Silvia Scurati, vicepresidente leghista della Commissione Attività produttive di Regione Lombardia, che ha sottolineato la tempestività dell’iniziativa: «In sole 48 ore dalla mozione votata in Aula, abbiamo convocato questo confronto per approfondire le ragioni della chiusura e le possibili soluzioni».

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La reazione del Pd

Al termine dell’audizione Carlo Borghetti e Simone Negri, consiglieri regionali del Pd hanno puntato il dito contro la Lombardia «A oggi è una regione poco attrattiva per le grandi realtà industriali. E purtroppo non basta che il territorio sia attrezzato e infrastrutturato come quello rhodense che ha autostrade e ferrovie: evidentemente l’ecosistema produttivo industriale regionale non tiene e ha bisogno di maggiori attenzioni. La scelta di Freudenberg ci fa capire che è difficile, senza serie politiche industriali anche regionali, trattenere sul territorio questa come altre aziende, dall’altro è la chiara dimostrazione che il Governo sta sottovalutando gravemente i danni che i dazi stanno provocando nel nostro Paese» Per i consiglieri del Pd servono politiche nazionali che «vadano ad affrontare la crisi dei costi dovuti alle varie vicende che si sono susseguite in questi anni. E non è un caso che proprio ieri (mercoledì, ndr) la nostra segretaria Elly Schlein, parlando a margine della Camera, abbia riportato il caso della Freudenberg come esempio emblematico del risultato dei dazi di Trump, dicendo che il Governo non ha ancora spiegato come intenda sostenere fortemente le imprese e i lavoratori di fronte a questa sciagura. Per fortuna che il Ministro Salvini aveva detto che sarebbero stati un’opportunità per le aziende italiane. Ora rimane solo l’interlocuzione con la Regione, ma temiamo che si tratti di decidere come percorrere la strada degli ammortizzatori sociali e questa sarebbe una sconfitta per tutti».

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Pubblicato il 20 Novembre 2025
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