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Arrestato per terrorismo internazionale, lavorava al Centro

In manette un 30enne marocchino che aveva abbracciato le ragioni dell'Isis

Arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale. Il protagonista della vicenda è il 30enne marocchino Nadir Benchorfi, lavoratore del centro commerciale di Arese, che si era detto disponibile a compiere attentati in Italia, come emerso da alcune chat tra lui e un altro uomo che si trova in Siria. L'arresto è stato eseguito all'alba dello scorso venerdì 2 dicembre a Milano, in via Tracia, dove il marocchino viveva con un coinquilino risultato assolutamento estraneo ai fatti contestati all'aspirante terrorista. La notizia è stata diffusa ieri, 5 dicembre, dalla Polizia di Stato di Milano. 

Benchorfi (nella foto), che utilizzava Telegram e altri mezzi di comunicazione legati al mondo di internet, avrebbe anche inviato somme di denaro per sostenere la Jihad nei vari teatri di guerra nei quali è protagonista l'Isis: circa 6mila euro in diversi versamenti. L'uomo avrebbe abbracciato le ragioni della "guerra Santa" quattro anni fa, nel 2012, durante la sua permanenza in Germania, il paese nel quale aveva lavorato come cuoco per alcuni mesi. Il 30enne, giudicato dagli investigatori "una persona molto fragile, influenzabile e incline a manie di persecuzione", come riportato da alcuni quotidiani nazionali, era arrivato in Italia molti anni fa, quando era ancora un bambino. Accertati, al momento, i suoi legami con una cellula di venticinque foreign fighters che si sono arruolati nelle milizie dello Stato Islamico, partendo dalla Germania, tra il 2012 e il 2014. Il 30enne marocchino, nonostante il ritorno in Italia, aveva manifestato in diverse occasioni la sua disponibilità a combattere per la causa dell'Isis e, più volte, aveva richiesto un supporto logistico e tecnico e l'invio di armi. Appelli che, a quanto pare, non sono stati ascoltati.

Non ancora svanita l'ipotesi che il Centro di Arese potesse essere uno degli obiettivi dell'aspirante terrorista che aveva già lavorato all'interno di altre grandi strutture commerciali della Lombardia. L'arresto del 30enne marocchino operato dagli agenti della Digos chiude, almeno momentaneamente, un'indagine che era iniziata lo scorso settembre e che si è sviluppata grazie a diverse azioni di intercettazione e monitoraggio dei flussi economici.

Redazione
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Pubblicato il 06 Dicembre 2016
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