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Da Rescaldina a Roma, l’appello di chi ha figli disabili: “Aiutateci a sentirci meno soli”

Morena Manfreda, cittadina di Rescaldina, è la prima firmataria di un appello a Roma per ripensare l'emergenza e il post emergenza tenendo conto delle famiglie con figli diversamente abili

Parte da Rescaldina un appello al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al viceministro dello sviluppo economico, Stefano Buffagni, e al Ministero della Famiglia per ripensare la gestione dell'emergenza e per pianificare il dopo emergenza tenendo conto delle esigenze dei nuclei familiari con figli diversamente abili.

É Morena Manfreda, candidata consigliere alle ultime elezioni politiche di Rescaldina nelle file del Movimento 5 Stelle, la prima firmataria della lettera sottoscritta da una cinquantina di genitori che nelle ultime settimane, oltre all'emergenza sanitaria, si sono trovati ad offrontare anche il «disagio dettato dalla chiusura delle scuole, dei centri di terapie, dai centri diurni» che ospitano i loro figli. Disagio del quale comprendono ovviamente la necessità, ma che non è stato comunque privo di conseguenza: «La scuola a distanza con loro non è possibile, o per la maggior parte non lo è – spiegano i genitori –. Hanno interrotto un percorso scolastico che non è stato possibile attivare con le varie piattaforme web, ci siamo dovuti improvvisare maestri, per non perdere le competenze acquisite. Ci siamo impegnati a portar avanti, su consigli telefonici, le terapie per non regredire, e abbiamo lasciato indietro noi stessi e i nostri lavori, perchè intorno a noi tutto si è fermato».

[pubblicita]«Ci avete pensato a chi vive in una condizione di disabilità, in una casa in affitto – chiedono Morena e gli altri genitori –? Quando soltanto uno dei due genitori lavora, ed ora è in cassa integrazione? Come si può sostenere una famiglia in questo momento senza almeno un aiuto economico? E i permessi della legge 104 sono pochi, purtroppo non tutti possono usufruire del congedo, e sono previste poche ore. Sarebbe utile estendere queste agevolazioni, anche per i prossimi mesi, perchè sappiamo bene che l'emergenza non rientrerà in poco tempo. Noi siamo invisibili, ci sentiamo dimenticati e vorremmo che fosse considerata la nostra condizione di disagio».

E per far fronte a questa situazione, i genitori chiedono a gran voce l'aiuto del governo. Soprattutto con due misure: educatori a domicilio che possano dare una mano alle famiglie in difficoltà e la conversione dei fondi destinati alla misura B1 (ovvero contributo mensile ed eventuale voucher sociosanitario a favore delle persone in condizione di non autosufficienza e gravissima disabilità) in contributi economici a sostegno di più famiglie. «Il nostro intento principale è riuscire, dopo l'emergenza e con le adeguate misure che il Governo attuerà, a recuperare, parzialmente almeno, il programma scolastico. I nostri figli hanno educatori comunali che sono stati lasciati a casa; da parte dei Comuni quindi c'e stato un risparmio perchè non abbiamo usufruito del servizio. Crediamo non sia impossibile per i vari Comuni reperire degli educatori a domicilio per aiutare le famiglie in difficoltà, pensiamo sia una richiesta lecita, perchè noi genitori abbiamo bisogno di un supporto, di una figura professionale a cui affidarci. In secondo luogo, sappiamo bene che la Regione Lombardia ha previsto solo per i mesi estivi l'erogazione del buono della misura B1 di 900 euro, ma in questa situazione di emergenza siamo totalmente caregiver dei nostri ragazzi proprio come per l'estate. Non esistono soltanto i disabili gravi o gravissimi, ma anche altri livelli di disabilità che necessitano di un aiuto, quindi sarebbe opportuno che, se possibile, i fondi dei voucher che non sono nemmeno fruibili momentaneamente possano essere convertiti in contributi economici a sostegno di più famiglie».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Aprile 2020
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