«Mi ha portato via il marito e in vent'anni ha continuato a fare del male». E' profonda la rabbia di Antonia Di Mazzitelli vedova di Alessandro Pastore il tabaccaio ucciso nel 1999 per mano di Diego Mombelli, il 46enne arrestato oggi per aver rapinato una tabaccheria a Olgiate Olona.  «Pensavo fosse ancora in carcere in Svizzera – afferma Di Mazzitelli dopo alcuni secondi di silenzio –, invece… è tornato a delinquere, come ha sempre fatto in tutta la sua vita».  

Quel tragico martedì 10 giugno del 1999 è ancora vivo nella mente della commerciante che continua a gestire la cartoleria alla Ponzella. «Provo tanta rabbia… ho dovuto crescere da sola tre figli – commenta la legnanese -. Lui ha privato ai miei nipoti la possibilità di conoscere il nonno. E ha lasciato tanta rabbia e paura». 

[pubblicita]    Il rapinatore non ha nome per Di Mazzitelli, lo indica soltanto con il pronome "Lui", il colpevole che ha «distrutto la mia vita». 

Con tristezza, la donna ha poi ricordato quando vide per la prima volta l'assassino di suo marito nell'aula di Tribunale a Milano: «Era il 14 febbraio del 2000 e lui chiedeva i suoi diritti in quanto non aveva ammazzato nessuno – racconta la vedova -. In quel momento non sono riuscita a trattenermi, mio marito non era nessuno… era Alessandro.  Gli dissi "assassino, che diritti hai?". Ne sono convinta, lui continuerà a fare del male, non ha coscienza, non gli importa di sparare contro qualcuno». 

Di Mazzitelli riferendosi all'ultimo colpo compiuto dal 46enne ha espresso la sua vicinanza alle vittime: «Mi spiace per il giovane che ha subito la rapina. Quando capitano queste cose resta sempre la paura. Sono arrabbiata contro lo Stato che non ci tutela, lui dovrebbe stare in carcere».