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“Paolo Cattaneo, mio padre, morto suicida dopo il lager”

Il figlio Franco ricorda la storia del padre, tornitore della Franco Tosi, tornato da Gusen e mai più ripresosi dalla tragedia della deportazione

"Oggi per me, è un giorno in cui la tragedia di papà Paolo mi angoscia e mi rattrista ogni anno di più… sarà la vecchiaia…".
Così, Franco Cattaneo, sindacalista, ex infermiere dell'ospedale di Legnano, amico da una vita, chiede con la solita discrezione di poter ricordare la tragedia vissuta in famiglia, per la deportazione e la scompara del papà, tornitore della Franco Tosi quando venne arrestato dai tedeschi.
Ringraziamo Franco per questa sua testimonianza, carica di sentimenti impossibili da non condividere. 


Buongiorno.

Leggendo i  il vostro articolo sulla memoria dei deportati della F.Tosi (qui il testo a cura dell'ANPI Legnano),tengo a sottolineare due cose.

Sono il figlio di un deportato, Paolo Cattaneo. Mio padre era un componente della commissione  interna della Tosi, lasciata al muro per tutta la giornata. Il giorno dopo è stato tradotto al carcere di S.Vittore e successivamente in un lager, Gusen Uno. Dopo 19 mesi, fu liberato dalle truppe americane. Al suo ritorno fu accusato di tradimento per non aver aiutato un suo compagno di prigionia, quando invece mio padre aveva trasportato su una carriola il signor Terenghi, del quale non ricordo il nome, per portarlo in salvo.

Sottolineo che mio padre non si è suicidato due anni dopo, ma dopo avere vissuto tra manicomi, elettrochoc e altro si è suicidato.

Ricordo ancora adesso che chi portava la bandiera degli ex deportati si chiamava Primo Levi. Mi disse"non giudicarlo". Successivamente anche lui è moto suicida.Questo per quanto dovuto a mio Padre.

Franco Cattaneo

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Gennaio 2019
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