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Accam: “Siamo ai confini della realtà”

Il M5S contesta presidenza Accam, sindaci soci e la locale Lega  Anche il Comitato prende una netta posizione critica

«Quello che sta succedendo con la partecipata pubblica Accam sembra uscito dalla serie tv degli anni ‘sessanta, “Ai confini della realtà”». Il Movimento Cinque Stelle che da anni segue la vicenda dell’inceneritore di Borsano e ne denuncia la mala gestione, così definisce l'attuale situazione che «ha dell’incredibile».

Le considerazioni dei consiglieri comunali pentastellati (laudia Cerini, Luigi Genoni di Busto Arsizio, Andrea Grattarola  di Legnano, Christian Vitali  di Parabiago,  Edi Camillo di Nerviano, Fabrizio Poncato di Fagnano Olona, Tatiana Spirito di  Marnate, Emanuele Brunini di Magnago, Vito Sessa di Cardano al Campo e Massimo Oggioni di Rescaldina), sono successive all'ultima assemblea con i 27 comuni soci, e al C.d.A. di Accam presieduto dall’Avv. Bordonaro, in cui si dichiarava che «per far rimanere la società in-house, aveva elaborato una soluzione efficace: si trattava di alzare le tariffe già dal 2018, anzi possibilmente a partire da gennaio 2018. Ovviamente l’amara pillola non è stata accolta con un applauso, ma con evidente malcontento da parte di diversi Sindaci. A mali estremi però, per mantenere la Società sotto il controllo pubblico ovvero sotto il “controllo analogo”, alcuni comuni hanno proposto una mozione di metodo che incaricava il Consiglio di Amministrazione di adoperarsi in tal senso. La mozione è stata approvata senza che il C.d.A. o la stessa direttrice, avesse nulla da eccepire».

Solo pochi giorni dopo, invece, in una lettera agli stessi comuni soci, la presidente Bordonaro, sollecitava da una parte l’aumento tariffario previsto e, dall’altra, sanciva il “venir meno dell'operatività in house della società.  In altre parole, il pensiero del Movimento,  «ACCAM S.p.A e i 27 Comuni soci non saranno più un tutt’uno, ovvero gli affidamenti degli incarichi alla società dovranno seguire l’iter della gara pubblica, ma ancor peggio la società sfuggirà a qualsiasi controllo diretto delle amministrazioni comunali e potrà anche smaltire in maniera prevalente rifiuti provenienti da chiunque anche fuori dal nostro territorio. L’ex consorzio dell’alto milanese accoglierà sempre di più ecoballe e rifiuti speciali da ogni parte d’Italia».

«Manca solo un piccolo passo per sancire la “Caporetto” del controllo analogo dei 27 Comuni Soci, e cioè l’adeguamento del vecchio statuto ai futuri scenari – affermano sempre i consiglieri pentastellati- . Il Movimento Cinque Stelle, forza politica di opposizione, non può che biasimare indistintamente, tutti gli attori di questa situazione farsesca e paradossale della quale sono vittime i cittadini del nostro territorio. Negligente l’atteggiamento dei Sindaci soci e accondiscendente quello della locale Lega (non più Nord) che ,con le sue amministrazioni potrebbe fare la differenza per la chiusura definitiva dell’inceneritore e, invece, si mostra fuggevole e intimidita. Sono lontani i tempi in cui la salvaguardia del territorio e dei suoi abitanti era il cavallo di battaglia dei politicanti locali!Evidentemente erano solo proclami a fini elettorali». 

Per le considerazioni del Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente Borsano, clicca qui

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Luglio 2018
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