Kentucky Fried Chicken ha presentato oggi il progetto Harvest per il recupero delle eccedenze alimentari e la donazione alle organizzazioni che aiutano sul territorio le persone in difficoltà: KFC è la prima azienda della ristorazione veloce in Italia a intraprendere un'iniziativa di questo tipo  – realizzata in partnership con il Banco Alimentare  – e il primo locale KFC coinvolto nell'iniziativa è quello di Arese (al Centro): a raccoglierne i frutti sarà in primis la Caritas cittadina di Rho e il prodotto KFC verrà distribuito alle oltre 400 famiglie assistite dal progetto NutriRho.

Il progetto Harvest consiste nell'operazione di recupero del pollo fritto in eccedenza che viene così donato a chi ne ha bisogno. Il Banco Alimentare che fa da partner consente un collegamento capillare con le organizzazioni di assistenza sul territorio. Il pollo fritto che non viene venduto nell'arco della giornata viene raccolto in buste a uso alimentare e poi contrassegnato con le informazioni relative a quantità, tipologia del prodotto e data di scadenza. Il pollo viene quindi congelato e conservato nelle celle frigorifere all'interno del ristorante, fino al ritiro da parte del Banco Alimentare. Dopo Arese l'obiettivo è quello di coinvolgere tutti i ristoranti della catena sul territorio nazionale. 

Harvest è un progetto che KFC ha lanciato venticinque anni fa su scala mondiale e che ha consentito fino ad ora di recuperare e donare oltre 76,7 milioni di pasti. Come detto, sarà la Caritas cittadina di Rho la prima associazione a ricevere il prodotto KFC nel nostro paese. Il progetto NutriRho è un'iniziativa nata nel 2015 e fornisce una spesa completa alla settimana e nelle altre giornate distribuisce frutta, verdura, pane e da ora in poi anche il pollo fritto KFC. 

Il progetto NutriRho era stato proposto dalla Caritas cittadina ed era risultato vincitore del bilancio partecipativo 2014. Grazie ai 30mila euro stanziati dal Comune l'organizzazione cattolica nel 2015 era riuscita ad avviare borse lavoro per persone alle prime difficoltà economiche e organizzare un sistematico ritiro del cibo che i supermercati, nonostante ancora commestibile, sono costretti a gettare. Le persone in stato di necessità si sono impegnate, insieme ai volontari, a ritirare la merce dai negozi. Erano state 300 le famiglie aiutate nel primo anno di attività.