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Nuove tariffe servizi sociali per disabili: il pasticcio secondo Patto civico

La lista civica solleva dubbi sulla legittimità di una delibera di Giunta, con aggravi di costi per gli utenti...

Riceviamo e pubblichiamo:

I comuni dell'Ambito di Legnano stanno in questi mesi compiendo un faticoso e non semplice lavoro per adottare un regolamento condiviso di ambito per l'accesso ai servizi sociali e per la determinazione dei criteri di compartecipazione ai costi da parte degli utenti, in applicazione della nuova normativa sull'ISEE. L'obiettivo è giungere alla tanto attesa e auspicata omogeneizzazione delle tariffe applicate dai diversi comuni dell'ambito.

E il Comune di S. Vittore Olona che fa? Da una parte partecipa a questo processo, condividendo, per il tramite dell'assessore Lattuada, le linee comuni che stanno emergendo, dall'altra la Giunta adotta una delibera che, senza attendere la condivisa regolamentazione di ambito, determina in anticipo e applica nuovi criteri per le tariffe, introducendo norme di dubbia legittimità, con aggravi di costi per gli utenti, soprattutto per i disabili che usufruiscono dei servizi di natura sociale (i Servizi per la Formazione all''Autonomia -SFA, i Centri Socio Educativi-C.S.E. i tirocini). Non si comprende la motivazione di tale scelta se non forse per garantire gli equilibri di bilancio attraverso però un maggior carico di spesa per le famiglie dei disabili. Ben si poteva continuare, in regime transitorio, con le vecchie tariffe in attesa della definizione del regolamento comune di ambito.

Di dubbia legittimità, rispetto al regolamento statale sull'ISEE le cui previsioni costituiscono Livelli Essenziali di Assistenza non derogabili nemmeno dalle regioni, è la discriminazione tra i disabili, a seconda dei servizi, con applicazione dell'ISEE familiare per i servizi di rilevanza sociale (servizi diurni e semiresidenziali) e dell'ISEE personale per quelli sociosanitari (i C.D.D.- Centri Diurni Disabili). L'aggravio per i primi diviene rilevante, anche considerando la quota massima di contribuzione fissata al 70% del costo della retta. L'ISEE ristretto o personale può essere previsto invece per tutta la filiera dei servizi, compresi quelli a rilevanza sociale. La quota pasto è posta a carico degli utenti, quando, secondo la disciplina statale, dovrebbe invece essere ricompresa nel costo della retta, insieme al trasporto. Di fatto in tal modo le famiglie dei disabili pagano il pasto due volte perchè si prevede per tutti i servizi una quota minima di compartecipazione pari a Euro 100, che normalmente è prevista -ma è decisione discrezionale- proprio per coprire tale voce di costo. Per il servizio di CDD realmente basso è l'ISEE finale (Euro 10.000 quando il minimo vitale è posto a Euro 6.539), oltre il quale si paga la quota massima di recupero che è posta al 50% del costo della retta. Non si può infine non prevedere una soglia di esclusione dalla compartecipazione, a fronte di situazioni di rilevante disagio economico.

La delibera di Giunta è stata sottoposta alla Consulta delle associazioni operanti sociale, solo dopo che è stata approvata e ormai esecutiva. In quella sede, grazie anche ai forti rilievi critici delle organizzazioni operanti con i disabili, si è ottenuta la disponibilità dell'Assessore a creare un gruppo di lavoro per emendare il provvedimento. Si auspica realmente che si possa rivedere questa decisione, anche se le auspicate modifiche varranno ormai solo per il 2016 e saranno ancora premature e soggette ad altri cambiamenti ove si adotterà l'atteso regolamento intercomunale di ambito. Insomma un pasticcio che si poteva evitare, con conseguenze negative per le famiglie e i soggetti in maggiore fragilità, come i disabili.

Per gruppo “Patto Civico per San Vittore Olona”, Avv. Alberto Fedeli

Redazione
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Pubblicato il 12 Dicembre 2015
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