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Dopo il film su Lea Garofalo, volantini contro l’ex assessore

Maira Cacucci additata per aver difeso in tribunale Giuseppe Cosco, fratello del killer di Lea...

La sera prima, la messa in onda del film ispirato alla vita di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia uccisa dall'ex compagno Carlo Cosco, la mattina dopo, volantini per tutto il paese. Ieri, giovedì 19, Rescaldina si è svegliata leggendo queste frasi: "Lea Garofalo. Una giovane madre che ha scelto di contrastare la mafia… ed è morta, i suoi assassini sono stati condannati all'ergastolo. Nel processo il legale di Giuseppe Cosco, membro della famiglia mafiosa che ha ucciso Lea, è stato Maira Cacucci, ex assessore della città di Rescaldina. Ognuno è libero di difendere chi vuole ma ognuno è anche libero di sapere chi ha fatto determinate scelte".

Maira Cacucci, assessore della Giunta Magistrali ed esponente di Fratelli d'Italia, difese Giuseppe Cosco, cognato di Lea Garofalo e fratello di Carlo Cosco. Dopo tre anni di processi Giuseppe Cosco venne assolto, mentre venne confermato l'ergastolo per Carlo e Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino e 25 anni di reclusione per Carmine Venturino. I cinque sono stati accusati di sequestro di persona, omicidio e distruzione di cadavere. Respinta, invece, l'aggravante mafiosa.

L'accusa di essere "l'avvocato del diavolo" non è nuova, per Maira Cacucci. Già durante la campagna elettorale per le regionali lombarde del 2013, alla candidatura dell'ex assessore rescaldinese venne sollevata la questione Cosco. Ma Maira Cacucci sottolinea: «Giuseppe Cosco non è un mafioso: non sono mai stati attivati contro di lui, o contro i familiari, procedimenti per associazione alle mafie. Dispiace che il volantino strumentalizzi, ancora una volta, un caso mediatico, per di più riportando falsità come quella della "famiglia mafiosa. «Penso che l'obbiettivo dell'autore del volantino sia quello di mettere in dubbio la mia integrità – ha spiegato Cacucci -, questa volta, però, a differenza del 2013, lo scopo probabilmente era quello di screditare la persona e non il politico. Ad ogni modo mi rendo disponibile ad un confronto pubblico con l'autore del volantino. Siamo in una società matura, sono una persona adulta e sarebbe opportuno il dialogo».

L'ex primo cittadino Paolo Magistrali condanna il gesto e difende il suo ex assessore. «La diffusione di questi volantini è stata un gesto proprio brutto – il commento di Magistrali -. Si confonde la figura personale con quella professionale, lasciando intendere chissà quali collusioni tra 'ndrangheta  e amministrazione». 

Nel frattempo, l'attuale sindaco Michele Cattaneo ha immediatamente provveduto a far rimuovere qualsiasi volantino dal paese.

Redazione
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Pubblicato il 20 Novembre 2015
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