E' risultata vincente la scelta fatta dai 51 Comuni del Legnanese di istituire una "Rete Ticinolona contro la violenza" con Cerro Maggiore capofila: Regione Lombardia ha assegnato 75mila euro per gli interventi previsti dalla legge regionale per il contrasto alla violenza di genere.

La rete, seconda per ampiezza al solo comune di Milano, è nata il 27 novembre dello scorso anno, nell’aula consiliare del Comune di Cerro Maggiore, allorquando 51 comuni dei distretti del Legnanese, Magentino, Abbiatense e Castanese, moltissime associazioni, cooperative, le realtà del terzo settore, la Provincia di Milano, l’Azienda Ospedaliera di Legnano, la ASL MI 1, la Questura di Milano, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, il Comando di Polizia Locale di Magenta, l’Ufficio Scolastico territoriale, hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa, con il quale si impegnavano a lavorare in rete, coordinati dal comune di Cerro Maggiore, allo scopo di rendere sempre più efficaci e omogenei su tutto il territorio gli interventi per contrastare la violenza di genere e, di conseguenza, per tutelare le vittime.

L’Assessore ai Servizi alla Persona, Famiglie e Politiche di Genere, Piera Landoni che, con l’importante sostegno operativo degli Uffici, ha fatto in modo che la Rete diventasse realtà, ha voluto sottolineare l’importanza che ha avuto questa scelta coraggiosa e lungimirante e il valore di questo contributo per il territorio.

«Il progetto, oltre all'attività di promozione e sensibilizzazione dei cittadini, prevede l'apertura di due centri antiviolenza, operativi 24 ore su 24, per la prima accoglienza, l’orientamento e prestazioni specializzate alle donne vittime di violenza in un territorio che ne era sprovvisto e la possibilità in caso di emergenza di allontanare la donna dal maltrattante, collocandola in struttura protetta. La scelta di aprire i 2 centri presso i Comuni di Legnano e Magenta è stata operata per facilitare l'accesso a tutte le donne, che possono scegliere indifferentemente uno dei due centri. Il riconoscimento della validità del progetto da parte di regione Lombardia incoraggia i partner pubblici e privati a proseguire il percorso intrapreso un anno fa».

L'assessore ha poi proseguito «Mai come ora è importante non lasciare le donne sole a combattere (o a subire) questa battaglia, soprattutto nel momento in cui decidono o sono costrette a chiedere aiuto alle istituzioni, alle forze dell’ordine, ai medici. E altrettanto importante è intervenire affinche si possa produrre il salto culturale necessario per sconfiggere questa piaga agendo, fin dalla Scuola dell’Infanzia, laddove si formano le identità, dove si costruiscono le modalità di relazione e si forma l’immaginario simbolico, per educare le cittadine e i cittadini del futuro alla differenza e alla complementarietà dell’altro, al superamento degli stereotipi che tanto incidono sulla nostra capacità di giudizio. Gettare le basi per una nuova grammatica dei sentimenti sulla quale costruire, per il futuro, rapporti e relazioni basate sulle libertà e sui progressi reciproci e non sulla prevaricazione e sul possesso dell’altro».

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