PARABIAGO: 300 STUDENTI MOROSI RISCHIANO DI RIMANERE A DIGIUNO
Un quarto degli studenti non paga la mensa scolastica e dal 16 dicembre la Pellegrini non distribuirà più il loro pasto - Il Comune esorta le famiglie alla responsabilità...

A Parabiago un quarto degli studenti – 312 su un totale di 1.200 – non paga la mensa scolastica e rischia di rimanere con il piatto vuoto.
Un'ipotesi, quella di lasciare i bambini senza un pasto caldo, che l'amministrazione comunale vuole scongiurare. Per questo l'assessore all'Istruzione, Mario Grandini (al centro nella foto insieme al sindaco Franco Borghi e al dirigente dell'ufficio istruzione Sergio Giudici) invita calorosamente i genitori delle famiglie morose "al dialogo e alla massima responsabilità per fare fronte ad un loro dovere".
La situazione è piuttosto allarmante. Nei soli primi due mesi dell'anno scolastico Pellegrini, la società che fino al 31 dicembre ha in concessione il servizio di refezione scolastica del Comune, ha accumulato un debito per morosità pari a 46.932,40 euro, cifra destinata a raddoppiare entro Natale. Un debito troppo alto per il privato che deve pagare i suoi dipendenti e che non intende più garantire il servizio a chi non paga. La stessa società nel 2011 si era già accollata un debito di circa 40mila euro.
Ora la Pellegrini non intende più soprassiedere: giovedì e venerdì prossimo al posto del piatto caldo ai morosi sarà quindi servito un panino accompagnato da una bottiglia d'acqua e da un frutto. Da lunedì 16 dicembre avrà invece inizio il "digiuno" vero e proprio. Chi risulta moroso non avrà più diritto al pranzo.
"Il Comune – ha dichiarato l'assessore all'istruzione Mario Grandini – pur non avendo alcuna competenza amministrativa (l'amministrazione interviene nell'integrazione degli sgravi Isee sul costo del pasto) è però fortemente coinvolto moralmente per quanto riguarda la tutela dei bambini: non devono essere loro a pagare le conseguenze di questa difficile situazione. Abbiamo più volte incontrato i dirigenti della Pellegrini che hanno messo a disposizione un loro tecnico per incontrare in Comune i genitori in difficoltà con il pagamento. Da parte loro c'è la massima disponibilità ad ascoltare le famiglie e a venire loro incontro rateizzando il debito. Quello che ci sorprende è che nessuno delle mamme e dei papà si sia fatto avanti. Rinnoviamo quindi l'appello".
A differenza di quanto è accaduto a Legnano, dove un nutrito comitato cittadino ha organizzato lo sciopero della "schiscetta" contro il caro mensa, le rette dei pasti non hanno subito aumento, se non quelli Istat di legge. Le morosità sarebbero quindi da attribuire alla congiuntura economica del momento.
Da evidenziare che 88 morosi rientrano nella fascia Isee più bassa (per loro il pasto ha un costo di 3,31 euro), mentre altri 131 appartengono alla fascia più alta (pe loro il pasto ha un costo di 5.91 euro). Su 312 bambini morosi, 216 frequentano la scuola elementare con l'obbligo del tempo pieno (i bimbi non possono essere portati a casa nell'orario della mensa), mentre 96 frequentano l'asilo dove i bambini possono tornare a casa per pranzo.
valeria arini
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.